Ieri il Cdm ha dato il via libera per continuare a fornire armi all’Ucraina fino alla fine del 2023 per permettere al paese di difendersi.
Nonostante la mozione del M5S contro le armi, l’Italia mantiene il suo impegno di sostegno all’Ucraina fornendo mezzi ed equipaggiamenti militare per resistere all’invasione russa. Il Cdm di ieri ha deliberato il prosieguo dell’invio di armi fino alla fine del 2023, previa consultazione delle Camere. Il governo Meloni in questo caso prosegue sulla scia del governo Draghi confermando il decreto introdotto dall’ex premier.
Una linea di continuità tra i due esecutivi sul decreto Nato e sulla linea da seguire sullo scenario internazionale. Con l’arrivo dell’inverno e i bombardamenti sulla popolazione civile, Kiev ha ribadito la necessità di sistemi missilistici di difesa aerea per proteggere le infrastrutture del paese già danneggiate in gran parte dai bombardamenti russi. L’esercito di Mosca, infatti, sta colpendo infrastrutture energetiche proprio per colpire la popolazione e mettere in ginocchio il paese con l’arrivo del freddo.
Cosa fornirà la difesa italiana a Kiev
In arrivo quindi nelle prossime settimane il sesto pacchetto di aiuti all’Ucraina. Questo provvedimento passerebbe prima dal Parlamento. L’Italia dovrebbe quindi optare per l’invio dei sistemi Aspide più che sul sistema ‘Samp/T,’ molto più avanzato ma anche più raro e per questo difficile da reperire. Con la fornitura di Skyguard Aspide si garantirebbe all’Ucraina un’arma tattica contro le minacce a quote bassissime. Questi missili sono negli hangar di Rivolto, in provincia di Udine.
Sembra scartata l’opzione ‘Samp/T’ che è un sistema missilistico a media portata adatto ad operare in condizioni in cui ci sono ridotti tempi di reazione contro la minaccia aerea, ha elevata mobilità e possibilità di adeguare il dispositivo ai tempi dell’eventuale manovra. Gli aiuti a Kiev arriverebbero anche da un bunker vicino Roma dove un sistema satellitare individua le aree di conflitto minacciate dai russi.
Questo impegno ha provocato l’accusa del ministro degli esteri russo Lavrov che include l’Italia, insieme ad altri paesi europei e gli Usa di partecipare direttamente al conflitto. Secondo lui questi paesi starebbero anche addestrando soldati ucraini sul loro territorio. La Difesa italiana ha smentito la notizia dicendo di “non aver compiuto alcun addestramento in Italia” in favore dei militari ucraini sul territorio nazionale e di aver inviato ad oggi “solo quattro membri delle Forze armate in Germania nell’ambito del gruppo europeo addestramento, che, in questo momento, stanno pianificando i possibili cicli addestrativi da svolgersi in futuro”.