Arrestato il comandante dei Vigili del Fuoco di Cosenza per concussione

Arrestato il comandante dei Vigili del Fuoco di Cosenza per concussione

Il comandante dei Vigili del Fuoco di Cosenza è stato arrestato per concussione.

COSENZA – Arrestato per concussione il comandante dei Vigili del Fuoco di Cosenza. Il blitz dei carabinieri è scattato dopo che la Procura ha emesso il mandato di custodia cautelare nei confronti di Massimo Cundari con l’accusa di concussione e falso in atto pubblico.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’indagato avrebbe ricevuto delle mazzette per delle autorizzazioni amministrative per la costruzione di un impianto Gpl. Sulla vicenda sono in corso le indagini in quanto sono emersi ulteriori “gravi fatti, penalmente rilevanti“.

L’inchiesta

L’inchiesta è partita dopo la denuncia di un imprenditore nel commercio di prodotti petroliferi. L’uomo ha dichiarato di essere stato costretto a pagare una tangente per il rilascio delle autorizzazioni.

Parole che hanno fatto scattare l’indagine degli inquirenti con il fermo per l’ex comandante dei vigili del fuoco di Cosenza. Il fermato, infatti era già stato trasferito prima al comando di Forlì-Cesena e successivamente in Sardegna. Una attività sospesa proprio per questa indagine. Si tratta di un fascicolo aperto ormai diverse settimane fa con gli approfondimenti che continueranno nelle prossime settimane per verificare ulteriori passaggi di questa inchiesta.

Carabinieri macchina

Indagini in corso

Le indagini sono in corso e nelle prossime settimane ci potrebbero essere importanti novità sulla vicenda. Gli ultimi approfondimenti, infatti, hanno portato delle novità con gli inquirenti che dovranno effettuare ulteriori approfondimenti.

Con l’arresto del comandante dei vigili del fuoco si chiude una pagina di questa inchiesta anche se presto ci potrebbero essere degli aggiornamenti sul fascicolo aperto dalla Procura di Cosenza. Ricordiamo che il fermato non è in servizio nel capoluogo calabrese ma è stato trasferito prima a Forlì-Cesena e poi in Sardegna. Un’inchiesta che presto potrebbe vedere delle altre persone coinvolte nella vicenda anche se gli inquirenti preferiscono mantenere il massimo riserbo sull’inchiesta.