Arriva la stretta sul reddito di cittadinanza

Arriva la stretta sul reddito di cittadinanza

Controlli extra su chi percepisce il reddito di cittadinanza.

I comuni italiani stanno incoraggiando l’uso di verifiche che si basano su un maggior numero di criteri per individuare eventuali individui che cercano di frodare il sistema.

Tuttavia, da gennaio, chiunque presenti una richiesta per il Reddito di Cittadinanza (Rdc) con informazioni false rischia di essere scoperto subito.

Reddito di Cittadinanza

Lo sguardo è puntato su Serravalle Pistoiese, uno dei pochi comuni italiani che sta seriamente mettendo in pratica questa iniziativa. Probabilmente altri seguiranno il loro esempio, così come altri hanno già fatto negli anni precedenti.

Si tratta di una delibera della giunta comunale di centrodestra, che si basa su una normativa del governo alla quale tutti i comuni dovrebbero teoricamente adeguarsi. La normativa prevede una serie di controlli extra sulle persone che ricevono il reddito di cittadinanza, controlli basati su un maggior numero di criteri. Il piano si chiama “Piano di verifiche sostanziali e controlli anagrafici sulla composizione del nucleo familiare dichiarato ai fini Isee dai beneficiari del reddito di cittadinanza”.

Nuovi controlli su chi prende reddito di cittadinanza

Dunque, verranno effettuati maggiori controlli sui beneficiari del sussidio, che verrà sostituito dal nuovo “Mia” del governo Meloni a partire dal prossimo anno. Gli enti locali dovranno eseguire ulteriori verifiche e eventuali incongruenze rispetto alle informazioni fornite nella domanda potrebbero comportare la revoca del beneficio.

Tuttavia, gli effetti immediati a Serravalle Pistoiese saranno probabilmente limitati per vari motivi. L’Inps fornisce ai comuni i numeri dei beneficiari del reddito ogni dodici o diciotto mesi, il che rende difficile mantenere un elenco costantemente aggiornato. In ogni caso, il comune è sempre responsabile dei controlli e delle verifiche anagrafiche, che vengono effettuati incrociando le informazioni dichiarate ai fini Isee con quelle disponibili presso gli uffici anagrafici e quelle raccolte dai servizi sociali.

A livello generale, i controlli sono continui e costanti. Solo nel mese di gennaio in Italia sono state respinte 46.250 domande, revocate 7.986 prestazioni e poste in decadenza 14.769 pratiche. A gennaio, l’Inps ha comunicato la firma di un nuovo protocollo operativo tra l’ente previdenziale e il Ministero della Giustizia, che “consentirà, nel pieno rispetto della normativa sulla privacy, la verifica mensile e automatica, operata con sistemi di interoperabilità e modalità strutturata di scambio dati, dell’eventuale stato detentivo dei richiedenti il reddito di cittadinanza, prima dell’erogazione del beneficio”.

In altre parole, chi presenta una richiesta di Rdc fornendo informazioni false rischia di essere scoperto immediatamente, prima ancora di ricevere il primo pagamento.