Ashkzari, “Gli hanno spaccato la faccia, in coma 20 giorni”

Ashkzari, “Gli hanno spaccato la faccia, in coma 20 giorni”

Un amico dello studente iraniano 31enne, Ashkzari, ha denunciato: “Gli hanno spaccato la faccia, in coma 20 giorni”.

Mehdi Zare Ashkzari è deceduto in Iran a causa delle torture e dei pestaggi ricevuti dal regime. Secondo quanto appreso, il giovane aveva anche precedentemente studiato nella città di Bologna. Il ragazzo, dopo essere stato pestato selvaggiamente, è stato rimandato a casa sua. Dopo 20 giorni di coma, il giovane è morto all’età di 31 anni. 

L’intervista a Fanpage.it

Ali Jenaban, amico di Mehdi Zare Ashkzari, ha riferito a Fanpage.it che lo studente 31enne era stato picchiato selvaggiamente. Le botte sono state tali da spedire il ragazzo in coma per ben 20 giorni. Il suo racconto durante l’intervista: “Quello che sta succedendo è inaccettabile. Mehdi aveva un sorriso che non dimenticherò mai e una grande voglia di vivere”. 

E continua: “Mehdi aveva un sorriso che non dimenticherò mai. Era molto attento agli amici e pieno di vita, ma era anche molto legato alla famiglia. Quello che è successo, a lui come ad altri, è inaccettabile”. “Io e Mehdi eravamo amici. Ci siamo conosciuti a Bologna, dopo che nel 2015 erano arrivati vari gruppi di studenti. Lui studiava Farmacia. Mi ha invitato a casa, abbiamo mangiato insieme. Era un ragazzo molto diverso dalle foto che tutti ora stanno guardando. Era giovane, felice, con un sorriso che non dimenticherò mai, molto amichevole. Era sempre attento agli amici e pieno di vita”, spiega Ali Jenban. 

Il rientro in patria dello stuente

La vittima era tornata in patria per assistere la madre malata. “Ad un certo punto non è riuscito a seguire gli studi, per un periodo mentre studiava all’università aveva anche trovato lavoro presso una pizzeria, ha imparato subito il mestiere. Lo ha fatto per due anni, era bravissimo. Poi sua mamma si è ammalata e prima del Covid è morta. Parlava sempre della sua famiglia, del padre, del fratello minore. Quando sono tornato in Italia dopo la fine delle restrizioni per la pandemia abbiamo parlato una sera e mi ha detto che sarebbe voluto tornare a casa perché qui si sentiva solo e perché sentiva che la famiglia aveva bisogno di lui, quindi è partito per l’Iran per dare una mano”.  

Poi la denuncia: “Quello che sta succedendo in Iran è inaccettabile. Uccidere le persone per imporre la prima ragione. Le proteste non sono cominciate solo 100 giorni fa. In Iran sono cominciate per avere la libertà più di 100 anni fa. Ma questa volta è diverso. Il regime dittatoriale islamico non ci ha mai ascoltato”, ha continuato. 

Infine Ali ha concluso: “Vogliamo piccole cose che tutti gli esseri umani hanno nel mondo. La libertà di parlare, di pensare, di modo di vivere. Facciamo proteste con la voce e la risposta che ci arriva sono le pistole. Sparano, arrestano e torturano i manifestanti. Quelli che sono torturati in prigione sono tantissimi, migliaia di ragazzi giovani, intellettuali e studenti, più di 30mila persone sono stati fermate in questi giorni. Mehdi appena è uscito da prigione è stato 20 giorni in coma, con la faccia spaccata e i denti rotti. Cosa è successo in quel periodo? Vogliamo saperlo”.