Sgominata la banda di rapinatori che nel 2016 svaligiò il caveau dell’Istituto di vigilanza Sicurtransport.
Catanzaro – Scena da film americano a Catanzaro quelle della rapina messe in atto da un gruppo criminale nel 2016, quando riuscì a forzare il caveau dell’istituto di vigilanza Sicurtransport con tecniche paramilitari e strumentazione all’avanguardia.
Il colpo dell’anno fu definito, sia per il bottino – otto milioni di euro – che per il modus operandi. Il muro del caveau fu abbattuto grazie all’utilizzo di un mezzo cingolato mentre le strade furono bloccate incendiando undici auto che furono posizionate in modo da impedire il transito alle forze dell’ordine.
Catanzaro – Rapina al caveau con mezzi blindati e tecniche paramilitari
Il colpo fu possibile grazie alla complicità di un dipendente dell’Istituto che fornì ai rapinatori le indicazioni esatte sulla planimetria dell’edificio.
La svolta nelle indagini – Operazione Keleos – è arrivata grazie alle rivelazioni di una collaboratrice di giustizia, legata a uno degli organizzatori del colpo.
Catanzaro, arrestati i rapinatori del Caveau
Per la Procura distrettuale antimafia di Catanzaro è stato semplice a quel punto districarsi nella ragnatela di contatti portando alla luce tutti i membri della banda, che ora dovranno rispondere a vario titolo di furto con l’aggravante della metodologia mafiosa.
Le indagini hanno inoltre permesso di accertare una fitta rete di specializzati nel settore. I calabresi coinvolti nella rapina, secondo l’accusa, si sono occupati in particolare di reperire le informazioni e di procurare le autovetture ed il mezzo cingolato utilizzati rispettivamente per il blocco delle strade e per la demolizione del muro di accesso al caveau.