Una svolta nel caso Nada Cella emerge dalle dichiarazioni di un carabiniere, che rivela tentativi bloccati di interrogare Annalucia Cecere.
Una sorprendente testimonianza da parte di un carabiniere getta nuova luce sul caso di Nada Cella. Un omicidio irrisolto che ha tenuto banco per anni nelle cronache italiane.
Secondo quanto riportato da Repubblica, il militare in questione, attivo nella Compagnia di Sestri Levante all’epoca dei fatti, ha rivelato che i tentativi iniziali di interrogare Annalucia Cecere, successivamente prosciolta, furono ostacolati.
Caso Nada Cella: bloccato l’interrogatorio ad Annalucia Cecere
Come riportato da Fanpage.it, queste dichiarazioni ora si inseriscono nel contesto di un ricorso preparato dalla pm Gabriella Dotto. Quest’ultimo intende contestare la recente decisione della Gup di Genova. Quest’ultima ha infatti scagionato Cecere e altri imputati, non ritenendo le prove sufficienti per un rinvio a giudizio.
La testimonianza del carabiniere evidenzia come, sin dalle prime fasi delle indagini sull’omicidio avvenuto nel 1996, ci fosse l’intenzione di approfondire il coinvolgimento di Cecere.
Tuttavia, questo percorso fu interrotto dall’atteggiamento dei magistrati inquirenti, che all’epoca preferirono seguire un’altra pista. La decisione fu motivata da alcuni elementi contraddittori che sembravano scagionare Cecere, portando gli investigatori a sospendere ulteriori approfondimenti su di lei.
La richiesta di ricorso alla decisione di proscioglimento
La decisione di non rinviare a giudizio Cecere e gli altri imputati è stata accolta con disappunto da parte dell’accusa. Ora l’accusa, attraverso le parole del carabiniere, cerca di dimostrare le lacune delle indagini originarie.
La pm Dotto, sostenendo il ricorso, punta a evidenziare come gli accertamenti investigativi condotti all’epoca possano essere stati compromessi dall’approccio dei magistrati inquirenti.
“Il magistrato ci disse di chiudere al più presto per non costituire una distrazione“, ha riportato il carabiniere. Suggerendo come l’indagine su Cecere fosse stata accantonata troppo rapidamente, su basi che oggi l’accusa ritiene fragili.
Nonostante i giudici avessero trovato alcuni elementi contraddittori e insufficienti per formulare una ragionevole previsione di condanna, la testimonianza del militare dell’arma offre una nuova prospettiva, potenzialmente capace di riaprire il caso in aula.