Mentre l’Occidente appare diviso e incerto, Pechino e Delhi stringono legami destinati a ridisegnare il futuro della geopolitica globale.
Il mondo cambia, e lo fa a una velocità sorprendente. La Cina emerge come fulcro del nuovo scacchiere internazionale, mentre l’America paga le contraddizioni delle sue politiche.
A Shanghai si è appena concluso un vertice che ha riunito leader e rappresentanze di decine di Paesi asiatici e africani, segnando una svolta: Pechino si propone come partner aperto al commercio, in contrasto con la linea protezionista e punitiva di Washington. L’accordo di libero scambio con 55 nazioni africane, a dazi zero, ne è l’esempio più chiaro.
Il dato politico più rilevante, però, è il riavvicinamento tra Cina e India. Dopo anni di allineamento con gli Stati Uniti, Delhi ha scelto di riaprire i canali con Pechino. Nuovi voli, scambi agevolati e intese economiche danno forma a un asse che ridisegna gli equilibri globali.
L’Europa, di fronte a questo scenario, resta sospesa tra l’adesione cieca alle strategie americane e la necessità di guardare ai propri interessi. I capitali e le opportunità si muovono verso Est, attratti da condizioni più favorevoli e da una visione inclusiva. Mentre Washington invoca sanzioni, la Cina si conferma il solo Paese libero di commerciare energia con la Russia e accoglie negli USA 600.000 studenti cinesi, un privilegio negato agli europei.
È tempo che l’Europa decida: continuare a inseguire le “fantasie” di alleanze logore o guardare con pragmatismo al futuro, dove Pechino e Delhi stanno già scrivendo le regole del gioco.