Lo Stato negli ultimi nove anni ha guadagnato ben 630 milioni di euro dagli assegni scaduti. A riportarlo è la relazione diffusa dai magistrati contabili.
ROMA – Negli ultimi nove anni nelle casse dello Stato sono entrati 630 milioni di euro dagli assegni scaduti. A riportare il rapporto dei magistrati contabili è stato La Repubblica. Nella relazione si specifica come si tratta di titoli di credito, spesso utilizzati come cauzione o deposito in diverse tipologie di transazione.
Assegni scaduti nelle casse dello Stato, ecco come funziona
La vicenda è stata riportata da Repubblica che entra nei dettagli della vicenda. Esiste una legge, approvata nel 2007, che permette allo Stato di entrare in possesso dei conti correnti non movimentati per dieci anni, polizze vita non riscosse o assegni circolari non incassati. E negli ultimi nove anni nelle casse di Palazzo Chigi sono entrati 630 milioni di euro ma la cifra è destinata ad aumentare.
Secondo il rapporto reso noto il 27 giugno a prevalere sono gli assegni circolati in cui ordinante e beneficiario non coincidono. Questa ‘tattica’ viene usata per non far figurare sul conto corrente delle somme che vengono ritirate per ottenere un ISEE più basso. Ma l’assegno circolare dopo tre anni scade e per questo molte persone, ignare di questa cosa, non riescono a riscuotere i soldi.
La legge – precisa Repubblica – impone agli intermediari di far scattare entro i 180 giorni l’obbligo di informare i titolari con una raccomandata all’indirizzo conosciuto. Ma a distanza di anni le banche si ‘nascondono’ dietro le difficoltà tecniche per effettuare la ricerca e spesso la prescrizione finisce per non essere rispettata. Ma la legge nelle prossime settimane la legge potrebbe cambiare. Il Governo, infatti, è al lavoro per cercare di rendere la burocrazia più semplice e questo potrebbe essere una delle cose da facilitare nei prossimi mesi.
fonte foto copertina pixabay.com/it/photos/libretto-di-assegni-buono-riempire-688352/