Somale Duula è stato assolto dal reato risalente all’11 settembre del 2021, dopo che gli è stata diagnosticata la schizofrenia.
La perizia psichiatrica lo ha dichiarato un soggetto altamente pericoloso e affetto da una grave patologia di schizofrenia paranoide. In queste condizioni, Somale Duula potrebbe ripetere gli stessi atti di tentato omicidio già avvenuti lo scorso anno. In quanto ritenuto incapace di intendere e di volere, il 27enne somalo viene assolto dalla condanna.
Risale all’11 settembre 2021 il caso di Somale Duula, il 27enne somalo che accoltellò sei persone a Rimini, tra cui un bambino di 5 anni. Terrore tra le strade della città e su quel pullman dove l’uomo salì armato. Alla luce della perizia psichiatrica a cui è stato sottoposto lo scorso novembre, Duula viene assolto perché ritenuto totalmente incapace di intendere e volere.
La vicenda
Nel pomeriggio di quell’11 di settembre Duula era stato fermato su un bus perché trovato senza biglietto. Le pratiche per identificarlo però hanno reso il 27enne altamente aggressivo, il quale ha aggredito le due accertatrici con un coltello che aveva nello zaino insieme ad altre posate. Dopo essersi accorto dell’accaduto, l’autista del pullman ha aperto le porte e Duula è fuggito, aggredendo altre persone durante il tragitto della sua fuga.
La Polizia ha subito inseguito il 27enne, solo dopo aver aggredito mamma e figlio (il piccolo Tamin). Il bambino, trasportato d’urgenza all’ospedale Infermi di Rimini, era stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico per ricostruire la carotide e solo dopo alcuni giorni di degenza era stato dichiarato fuori pericolo.
Le conseguenze
Somale Duula è stato assolto, difeso dall’avvocato Maria Riveccio, ma il gup Raffaella Ceccarelli ha stabilito che il ragazzo straniero debba rimanere per 8 anni nella Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza dove si trova attualmente.
Ma in questa situazione, ovvero in assenza di condanna, il giudice non può esprimersi sul risarcimento che spetterebbe alle sei persone ferite, tra cui il piccolo Tamin che ha riportato serie lesioni permanenti alla gola. “Non potendo accedere al fondo delle vittime delle violenze – spiega l’avvocato dei genitori del bambino, Maurizio Ghinelli – attenderemo di conoscere le motivazioni della sentenza e poi chiederemo che a rispondere dei comportamenti del 27enne sia il soggetto che avrebbe dovuto controllarlo”.