Con il nuovo decreto, il ministro Valditara annuncia migliaia di assunzioni: ma i sindacati non ci stanno e denunciano il precariato.
Dopo aver esteso il divieto dei cellulari anche alle superiori, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha firmato un nuovo decreto per l’assunzione di docenti nelle scuole statali di ogni ordine e grado. La misura, accolta come “un numero record” dallo stesso ministro, non ha però placato le critiche dei sindacati, che parlano di una situazione ancora drammaticamente precaria.

Oltre 54mila docenti in arrivo: l’annuncio di Valditara
Con il decreto appena firmato, come riportato da Sky News, il ministro Giuseppe Valditara ha autorizzato l’immissione in ruolo di 48.500 docenti per l’anno scolastico 2025/2026, distribuiti tra posti comuni e di sostegno. A questa cifra si aggiungeranno 6.022 assunzioni di docenti di religione cattolica, attraverso un successivo provvedimento legato al concorso bandito nel 2024, il primo dopo vent’anni.
L’obiettivo, secondo il ministero, è garantire “maggiori garanzie di continuità didattica agli studenti e di stabilità agli insegnanti“. Il ministro ha evidenziato come l’attenzione sia stata posta in particolare sul sostegno, “consapevoli dell’importanza che essa riveste per i ragazzi più fragili“. Per quanto riguarda l’insegnamento della religione cattolica, ha aggiunto: “Stiamo realizzando la più importante immissione in ruolo degli ultimi venti anni“.
La risposta dei sindacati
La misura non ha però soddisfatto i sindacati. Secondo la Flc Cgil, aggiunge Sky Newsm il decreto non basta a risolvere l’enorme carenza strutturale del sistema scolastico. Il sindacato segnala infatti che rimangono scoperti oltre 90.000 posti in organico di diritto e circa 160.000 in organico di fatto, che continuano a essere coperti da personale precario.
Critiche pesanti arrivano anche per l’assenza di provvedimenti destinati a educatori e personale Ata, che costituiscono una parte consistente degli operatori scolastici. “Un silenzio eloquente“, lo definisce il sindacato, chiedendo con forza “stabilizzazioni immediate, soprattutto per i posti di sostegno in deroga“.
Al centro delle richieste anche un riordino delle attuali procedure di reclutamento, considerate “frammentate e lente“. La Flc Cgil accusa il Ministero di mancare una visione strutturale: “Serve un piano stabile e pluriennale, non soluzioni tampone che lasciano migliaia di lavoratori in uno stato cronico di precarietà“.