Due scienziati propongono di utilizzare gli asteroidi near-Earth come “taxi celesti” per missioni su Marte e Venere.
Gli asteroidi che orbitano vicino alla Terra, noti come NEA (Near-Earth Asteroids), sono da tempo studiati sia per il loro potenziale pericolo sia per le risorse minerarie che potrebbero offrire. Tuttavia, una nuova e audace teoria suggerisce che questi corpi celesti potrebbero diventare una sorta di “taxi spaziali” per trasportare astronauti verso destinazioni lontane come Marte e Venere.
Questo concetto visionario, frutto della ricerca di Arsenii Kasianchuk e Volodymyr Reshetnyk dell’Università Taras Shevchenko di Kiev, potrebbe aprire nuove prospettive per i viaggi interplanetari nel prossimo secolo.
Come sfruttare gli asteroidi per viaggi spaziali interplanetari
L’idea alla base del progetto è semplice quanto ambiziosa: selezionare specifici asteroidi in grado di effettuare “flyby” (sorvoli ravvicinati) della Terra, di Marte o di Venere, con traiettorie che potrebbero permettere il trasporto degli astronauti tra i pianeti sfruttando la velocità degli asteroidi stessi. I ricercatori hanno identificato oltre 120 asteroidi adatti per questo scopo tra i circa 35.000 NEA noti. Alcuni di questi asteroidi passano in prossimità dei tre pianeti ogni 2 o 3 anni, offrendo opportunità cicliche di viaggio interplanetario.
Un possibile vantaggio di questa strategia è che le rocce di cui sono fatti gli asteroidi potrebbero fungere da schermo naturale contro le radiazioni cosmiche, riducendo i rischi per l’equipaggio durante il viaggio. Tuttavia, raggiungere e atterrare su questi “taxi celesti” comporterebbe sfide significative, come l’allineamento della velocità con quella degli asteroidi, che possono viaggiare a circa 30 km al secondo.
Limiti e sfide tecnologiche
Sebbene il concetto di asteroidi-taxi sia affascinante, l’idea presenta anche numerose complessità tecniche. Colin Snodgrass, Professore di Astronomia Planetaria all’Università di Edimburgo, ha sottolineato che la velocità estrema degli asteroidi renderebbe difficile sincronizzare il viaggio di una navicella spaziale con la traiettoria di un asteroide senza un consumo esorbitante di carburante. Inoltre, rendere un asteroide sicuro per l’atterraggio di un veicolo spaziale richiederebbe tecnologie avanzate di perforazione, da attuare probabilmente con missioni di sondaggio preliminari.
Un’altra sfida sarebbe garantire la stabilità e la protezione dell’equipaggio per l’intera durata del viaggio, che potrebbe durare fino a 180 giorni. Tuttavia, se queste difficoltà venissero superate, l’utilizzo di asteroidi come punti di passaggio tra i pianeti potrebbe diventare una possibilità concreta, offrendo nuove soluzioni per l’esplorazione e la colonizzazione del Sistema Solare.
Kasianchuk e Reshetnyk sperano che i futuri progressi nella ricerca degli asteroidi NEA possano estendere il numero di candidati per questa ambiziosa impresa. L’idea degli asteroidi-taxi potrebbe sembrare futuristica, ma rappresenta una direzione promettente per il trasporto interplanetario, alimentando il sogno di esplorare Marte, Venere e oltre.