AstraZeneca cambia nome e bugiardino

AstraZeneca cambia nome e bugiardino

AstraZeneca cambia nome e bugiardino. Il vaccino anti-Covid si chiamerà Vaxzevria. Tra gli effetti collaterali aggiunta la trombosi.

ROMA – AstraZeneca cambia nome e bugiardino. Dopo lo stop per effettuare alcuni approfondimenti imposto dall’Ema, l’azienda farmaceutica anglo-svedese ha chiesto all’ente europeo di modificare la denominazione del vaccino anti-Covid e di aggiungere agli effetti collaterali i cari rarissimi di trombosi.

La richiesta è stata accettata dall’Ema lo scorso 25 marzo. Un nuovo inizio per la casa farmaceutica con l’obiettivo di mettersi alle spalle il momento complicato dopo alcuni decessi avvenuti a pochi giorni di distanza dalla somministrazione della dose. Proprio dall’azienda fanno sapere che la modifica del nome del vaccino è una prassi consolidata e comune.

Il nome del vaccino di AstraZeneca

Vaxzevria. E’ questo il nome deciso dall’azienda farmaceutica anglo-svedese per i prossimi mesi. La comunicazione è stata data dall’Ema con una nota sul proprio sito.

In molti hanno visto in questo cambio l’obiettivo di mettersi alle spalle il momento complicato e le critiche delle scorse settimane. Gli ultimi accertamenti dell’Ema hanno confermato la sicurezza del vaccino e in Italia le disdette dopo lo stop sono state inferiori alle previsioni. E questa è sicuramente una buona notizia che fa ben sperare per lo sviluppo della campagna di vaccinazione nel nostro Paese.

Vaccini

Il bugiardino

Non solo il nome. AstraZeneca ha deciso di cambiare anche il bugiardino. La novità più importante, rispetto al precedente, è sicuramente la presenza tra gli effetti collaterali di casi (rarissimi) di trombosi. Una aggiunta obbligatoria dopo quanto successo nelle scorse settimane.

Il vaccino per i più piccoli

L’approvazione del vaccino non ha messo fine alle ricerche e alle sperimentazioni da parte di AstraZeneca. A febbraio sono iniziati gli studi per la somministrazione delle dosi anche ai ragazzi di età compresa tra i sei e i diciassette anni.

Le ricerche sono ancora in corso e i primi risultati sono attesi per l’estate. Il via libera non arriverà prima dell’autunno, ma lo studio è al vaglio dell’Unione Europea. In caso di esito positivo, Bruxelles inizierà la contrattazione con la casa farmaceutica per riuscire a trovare un accordo per le dosi.