La somministrazione del vaccino potrebbe essere ‘bloccata’ sotto i 50, 40 o 30 anni. Riflessioni in corso. C’è anche il problema della seconda dose.
Alla luce dei recenti casi di cronaca e delle polemiche sul vaccino AstraZeneca, il Comitato Tecnico Scientifico sta valutando lo stop alla somministrazione ai giovani. Il limite minimo di età potrebbe essere fissato a 50 anni.
Critiche agli Open Day
Le polemiche degli ultimi giorni stanno interessando soprattutto gli Open Day con AstraZeneca, ossia giornate durante le quali un vaccino raccomandato per gli over 60 viene somministrato senza limiti di età soprattutto a giovani e giovanissimi.
Molte associazioni e molti esperti hanno chiesto al governo di sospendere la somministrazione di AstraZeneca e Johnson&Johnson ai giovani. La prima risposta è arrivata da Napoli, dove si è deciso di intervenire sull’Open Day: non sarà somministrato AstraZeneca. Si procederà con la somministrazione di Pfizer e Moderna.
Cosa sappiamo sui fattori di rischio
Le riflessioni sulla somministrazione del vaccino sono nate dagli ultimi casi di cronaca. In pochi giorni si registrano due ricoveri a Genova: una ragazza di diciotto anni e una quarantenne. E gli ultimi due casi sembrano confermare la tendenza: i rarissimi casi di trombosi sembrano interessare i giovani e soprattutto le donne. L’Ema e l’Aifa non hanno individuato specifici fattori di rischio nel corso delle ultime valutazioni, ma i dati sembrano indicare chiaramente quelli che sarebbero i soggetti maggiormente a rischio: giovani e soprattutto donne.
Stop alla somministrazione di AstraZeneca ai giovani
Da qui l’ipotesi di non somministrare AstraZeneca sotto i 50 anni, ma non è escluso che il limite minimo possa essere abbassato a 30 o 40 anni.
Allo stato attuale, come ricordato dal Professor Franco Locatelli, la somministrazione del vaccino è raccomandata per gli over 60. Questo significa che non è vietato somministrare il vaccino agli under 60. Con in nuovo intervento da parte delle autorità sanitarie si potrebbe bloccare la somministrazione del vaccino ai più giovani, come accaduto da tempo in altri Paesi Ue.
In queste ore sono in corso riflessioni e valutazioni da parte delle autorità sanitarie italiane. Nella giornata del 9 giugno è andato in scena un vertice al quel hanno preso parte gli uomini del Comitato Tecnico Scientifico, il ministro della Salute Roberto Speranza e il numero uno dell’Aifa.
Il problema del richiamo
Oltre al limite di età, si deve fronteggiare anche un secondo problema: chi ha già fatto la prima dose può fare anche la seconda o dovrebbe cambiare vaccino, passando ad uno che sfrutta la tecnologia dell’RNA messaggero come Pfizer, ad esempio?