Attentato a Mosca, arriva la confessione: "Ho sparato per soldi"
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Direttore: Alessandro Plateroti

Attentato a Mosca, arriva la confessione: “Ho sparato per soldi”

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Un’analisi degli interrogatori e delle catture degli autori dell’attacco terroristico a Mosca, tra confessioni per denaro e brutalità.

Nella tarda serata di venerdì, un attacco terroristico ha sconvolto il Crocus City Hall di Mosca, lasciando dietro di sé una scia di devastazione. A distanza di poche ore, emergono dettagli inquietanti sugli autori di questa tragedia, con la diffusione online di immagini e video che documentano i primi brutali interrogatori.

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Gli arresti

Alle 23.50, canali Telegram legati ai servizi di sicurezza russi hanno rivelato l’immagine dell’auto bianca utilizzata dagli attentatori per la fuga. Questa foto, particolarmente dettagliata, ha mostrato due uomini a bordo, uno dei quali con un cappellino e un accenno di barba, che getta uno sguardo verso il basso, mentre l’altro è al volante.

La mattina seguente, le agenzie di stampa statali russe hanno annunciato l’arresto di undici persone in relazione alla strage, tra cui quattro presunti terroristi. Secondo gli investigatori, tutti i sospetti provenivano dal Tagikistan, anche se il ministero degli Esteri di Dushanbe ha negato il coinvolgimento di suoi cittadini, definendo tali notizie false.

“Ho sparato per soldi”

Durante gli interrogatori, uno degli arrestati ha confessato di aver sparato alle persone “per soldi“, rivelando di essere stato pagato 500 mila rubli, equivalenti a circa 5.000 euro, con un anticipo di 250 mila rubli. Non ha fatto alcun riferimento a contatti ucraini per facilitare la sua fuga dopo l’assalto.

Le tecniche di interrogatorio utilizzate hanno suscitato preoccupazione e orrore. In uno dei video, un arrestato viene mostrato con la testa e il volto fasciati, coperto di sangue e con evidenti segni di violenza. Un altro filmato mostra una persona sottoposta a torture estreme in un apparente tentativo di estorcere informazioni.

Nonostante le confessioni e gli arresti, l’ISIS ha rivendicato l’attentato, affermando che è stato eseguito da quattro dei suoi combattenti. Questa dichiarazione inserisce l’attacco in un più ampio contesto di confronto tra lo Stato Islamico e i paesi che combattono l’Islam. Alimentando ulteriori interrogativi e preoccupazioni sulla sicurezza globale.

Questo attacco non solo ha lasciato dietro di sé perdite umane e dolore, ma ha anche sollevato questioni profonde sulla sicurezza, sull’efficacia degli interrogatori e sulla complessità della lotta al terrorismo. Le dinamiche di questo tragico evento continuano a essere analizzate. Mentre il mondo osserva e riflette sull’impatto di tali azioni e sulla risposta necessaria per prevenire future tragedie.

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ultimo aggiornamento: 24 Marzo 2024 9:18

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