Attentato Torri Gemelle: la mente dell’attacco e i complici evitano la pena di morte

Attentato Torri Gemelle: la mente dell’attacco e i complici evitano la pena di morte

I tre imputati per l’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001 hanno accettato di dichiararsi colpevoli delle accuse di cospirazione e di omicidio di quasi 3mila persone.

Si chiude con il patteggiamento il processo per l’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001. L’uomo accusato di aver pianificato l’attacco e due dei suoi complici, sotto la custodia americana dal 2003, hanno accettato di dichiararsi colpevoli delle accuse di cospirazione in cambio del carcere a vita. In questo modo andranno ad evitare un processo con pena di morte a Guantanamo.

Torri Gemelle

Attentato Torri Gemelle: il patteggiamento

Si chiude il processo per l’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001. Il governo Usa, infatti, ha comunicato come l’uomo accusato di aver pianificato l’attacco e due dei suoi complici, abbiano accettato di dichiararsi colpevoli delle accuse di cospirazione in cambio del carcere a vita invece di un processo con pena di morte a Guantanamo. Si è arrivati, quindi, al patteggiamento per Khalid Shaikh Mohammed, Walid bin Attach e Mustafa al-Hawsawi. L’annuncio del dipartimento della Difesa era stato preceduto da una lettera inviata dai procuratori ai sopravvissuti e ai familiari delle vittime dell’11 settembre.

Le critiche delle famiglie americane

La notizia del patteggiamento pare aver portato diverse critiche. Le famiglie delle vittime dell’11 settembre, infatti, avrebbero storto il naso per tale accordo raggiunto. SkyTg24 ha riportato alcune delle dichiarazioni rilasciate a diversi media americani da parte delle famiglie delle vittime. “Hanno commesso il peggior crimine della storia e dovrebbero ricevere la pena maggiore”, ha detto con il New York Post l’ex agente della polizia di New York Jim Smith, che ha perso sua moglie negli attacchi. Un’altra testimonianza di rabbia e amarezza, invece, è arrivata da Kathy Vigiano, il cui marito è una delle vittime degli attacchi: “Sono arrabbiata e delusa dal fatto che i nemici che hanno ucciso migliaia di americani sono ora in grado di aggirare il sistema giudiziario a loro beneficio”.