La variante Covid Omicron BA.5 fa aumentare i casi in Portogallo. Ecco cosa ci dicono gli esperti a riguardo.
Nuove rilevazioni di dati effettuate dall’Università americana Johns Hopkins, riguardanti il Portogallo. I casi di Covid relativi alla sottovariante hanno superato la quota 11.000 arrivando in aprile a circa 28.000. Il virologo Mauro Pistello: “L’aumento dei contagi non deve spaventarci, non rovinerà la nostra estate”.
A determinare un aumento dei casi di Coronavirus è la sottovariante di Omicron BA.5. Nel Paese sulla costa atlantica i casi di positività hanno registrato un importante aumento in aprile 2022. Alla luce di questi risultati, secondo l‘infettivologo Massimo Galli “è un segnale che il virus continua a circolare e che la pandemia non è finita.
Secondo quanto comunicato dall’Istituto Superiore di Sanità italiano, nell’ultima settimana la percentuale di casi di reinfezione di Covid-19 è del 5,9%. Il dato registra un lieve abbassamento rispetto alla settimana precedente, in cui la percentuale di reinfezione era a 6,5%. Per quanto riguarda invece gli asintomatici, si è registrato un lieve aumento dei casi.
Ad allertare la popolazione del dilagare della sottovariante Covid BA.5, verso la metà maggio, era stato il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). L’allarme venne dato quando la BA.5 risultò essere una variante che poteva avere effetti sintomatici preoccupanti, come le altre sottovarianti di Omicron BA.4, BA.2 e BA.1
I dati rilevati in Portogallo stanno preoccupando la comunità. Secondo i dati registrati dall’Università americana Johns Hopkins, i casi di Covid-19 legati al la BA.5 all’interno del Paese sono aumentati di 17.000 nel giro di pochi mesi. Il dato rassicurante in tutta questa situazione, è quello relativo ai decessi.
Il parere dell’infettivologo
Nel lasso di tempo in cui i contagi sono aumentati, non si può dire la stessa cosa per quanto riguarda i decessi. Sono passati nella media settimanale da 46 a 38. Secondo l’infettivologo Massimo Galli il virus, la pandemia non è finita: “È un dato di fatto. Nell’Africa australe ci siano condizioni quasi perfette perché si possano sviluppare nuove varianti, che si selezionano casualmente e, se hanno modo di prendere il sopravvento lo fanno, proprio come BA.5. Non abbiamo elementi che ci dicano che sia in grado di eludere i vaccini e provocare così una forma grave della malattia, ma le evidenze suggeriscono che possa provocare l’infezione”, conclude.