In Italia, ma anche nel resto di Europa, gli esperti allertano la popolazione sebbene non ci sia ancora una vera emergenza.
In Italia e in Europa, si registra un aumento dei casi di morbillo e streptococco. Nonostante non si tratti di una vera e propria emergenza, gli esperti invitano alla cautela e forniscono indicazioni e consigli per affrontare il problema: se la situazione dovesse peggiorare, le conseguenze potrebbero essere ancora più gravi.
Recrudescenza dei casi di streptococco
Martino Barretta, responsabile Vaccini e immunizzazioni della Federazione italiana medici pediatri (Fimp), ha spiegato che “c’è una recrudescenza di casi di streptococco tra i bambini e vediamo anche piccoli pazienti che si ricontagiano nell’arco di pochi mesi”.
Nonostante non ci siano situazioni particolarmente gravi, il trattamento più opportuno, nel caso in cui il tampone risulti positivo, è con l’antibiotico Amoxicillina. Da un punto di vista epidemiologico, siamo di fronte ad un anticipo della diffusione di questo genere di batteri che di solito vediamo nei bambini a ridosso della primavera.
È probabile che l’influenza, che quest’anno appare molto forte rispetto agli scorsi inverni, abbia facilitato l’attecchimento dello streptococco, come alcuni studi stanno dimostrando. Quindi, questo allarme di recrudescenza lanciato dagli esperti, potrebbe durare anche in primavera.
Aumento dei casi di morbillo
Per quanto riguarda il morbillo, invece, nel 2023 in Italia il sistema di sorveglianza dell’Iss ha registrato 43 casi, in netta risalita rispetto ai 15 del 2022, mentre a gennaio 2024 sono stati già registrati 27 contagi.
“Per ora i numeri sono bassi e non c’è una emergenza, ma è chiaro che dobbiamo stare attenti e lavorare molto sulla comunicazione delle vaccinazione e anche muoversi, in alcune regioni come il Lazio, con la chiamata attiva”, afferma Martino Barretta.
Inoltre, gli esperti sottolineano l’importanza dell‘igiene delle mani dei bambini per prevenire la diffusione dello streptococco, senza trascurare il fatto di confermare i sintomi con un tampone, per poi iniziare la terapia. Il discorso diventa più complesso nel caso in cui il bambino è portatore del batterio, per cui bisognerà agire in maniera diversa.