Autopsia su Saman Abbas, possibile taglio alla gola

Autopsia su Saman Abbas, possibile taglio alla gola

Dall’autopsia sul corpo di Saman Abbas risulta eserci un taglio all’altezza della gola. Il processo previsto per il 10 febbraio.

L’autopsia sul corpo di Saman Abbas è durato circa 7 ore al Labanof, l’istituto di medicina legale dell’Università di Milano. Sarebbe stato rivelato un taglio all’altezza della gola sui resti di quel corpo ritrovato il 18 novembre scorso a Novellara, nel Reggiano, in un casolare vicino l’abitazione di Saman. Tuttavia saranno necessari degli esami istologici sui tessuti per accertare se la 18enne pakistana sia stata sgozzata o se il taglio sia stato effettuato dopo la sua morte.

sirene Polizia

“Il corpo è difficile da identificare”

Secondo l’avvocato Barbara Iannuccelli, però, non è ancora possibile stabilire se le prove viste durante l’autopsia possano essere riconducibili alla morte di Saman. Secondo il legale, “il corpo di Saman era integro, ma saponificato. Per fortuna però i tessuti consentono degli accertamenti. Dall’analisi esterna del corpo sono emersi scollamenti e abrasioni che possono essere dettati dall’effetto tappo, essendo stata sotto terra per un anno e mezzo”.

Di conseguenza, neanche il taglio alla gola potrebbe essere ricondotto con certezza alla morte di Saman, dal momento che potrebbe anche stato “uno scollamento di tessuto post mortem”. Secondo l’avvocato Iannuccelli, l’unica certezza la rappresentano i vestiti trovati sul corpo, che sembrano essere proprio quelli che Saman indossava davanti a casa nelle sue ultime ore prima della scomparsa.

“Aveva ancora addosso una cavigliera e un braccialetto di quelli portafortuna colorati, ma anche un paio di orecchini. E una folta chioma di capelli”, ha descritto l’avvocato. 

Il processo

Il 10 febbraio è previsto il processo a Reggio Emilia. Cinque sono ad oggi gli imputati: lo zio Danish Hasnain, i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq (tutti e tre in carcere), il padre Shabbar Abbas (arrestato un mese fa in Pakistan, dove si è in attesa dell’udienza che decida sull’estradizione) e la madre Nazia Shaheen (ancora latitante in patria). Devono tutti rispondere di omicidio premeditato in concorso, sequestro di persona e soppressione di cadavere.

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