Autostrade, scoppia il caso Anas?

Autostrade, Anas pensa allo scudo penale per il subentro. Da capire su quale soggetto ricadranno le responsabilità di eventuali problemi.

ROMA – Autostrade, l’Anas pensa allo scudo penale per il subentro ad Aspi. E’ questa l’ultima grana da risolvere per il governo nelle prossime ore. Nel Milleproroghe, infatti, è previsto in caso di adempimenti la revoca della concessionaria che dovrebbe passare in mano proprio alla società statale.

Un ‘rischio’, però, che Anas pensa di prendere solo in caso di sicurezze dal punto di vista legislativo. Da capire di chi saranno le responsabilità in caso di problemi futuri nel tratto autostradale.

I tre nodi per Anas

I nodi da risolvere prima di mettere nero su bianco l’accordo con Anas sono tre. La questione principale restano le responsabilità in caso di problemi futuri. La società statale non ha intenzione di pagare danni procurati da altri enti e quindi pensa ad uno scudo penale che potrebbe consentire quella protezione che in realtà non è al momento prevista.

Il secondo passaggio da chiarire resta l’equilibrio finanziario delle strade liguri. Il pedaggio in questo momento è sospeso e quindi in futuro i conti potrebbero non tornare. L’ultimo punto è il pagamento della concessione della Strada dei Parchi con il gruppo Toto che è riuscito a far slittare i soldi da sborsare per i periodi 2015-2016 e 2017-2018 a fine della concessione (intorno al 2030).

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Il Pd cambia idea sulla revoca delle concessioni?

Il Governo nelle prossime settimane si siederà al tavolo con Anas per chiarire i punti e allo stesso tempo si metterà al lavoro per la revoca delle concessioni ad Autostrade. M5s ha ribadito la linea da seguire e nelle ultime ore anche il Pd sembra convincersi che l’unica soluzione a questo problema è togliere Aspi dalla gestione delle strade italiane.

“Ci sono troppe evidenze di mancata manutenzione delle autostrade”, ha ribadito il ministro De Micheli ai microfoni di Radio 24 che non si sbilancia sulle decisioni finali: “Il confronto sarà fatto con l’intera maggioranza e prima di rendere pubblico il dossier credo sia corretto farlo vedere al premier e ai colleghi ministri“.

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