Sale l’allarme aviaria per delle mutazioni nel virus che ha causato il primo paziente umano grave. Le analisi dai Centers for Disease Control and Prevention.
Arrivano notizie non certo confortanti per quanto concerne l’allarme aviaria. Le analisi dei campioni prelevati dal primo paziente con una forma grave di influenza aviaria negli Stati Uniti, infatti, hanno mostrato che il virus presentava mutazioni osservate in precedenza in altri casi di infezioni da A/H5N1 registrate in altri Paesi e spesso caratterizzate da particolare gravità.
Aviaria, il virus è mutato: cosa filtra
Sale il livello di attenzione e allerta per l’aviaria. In particolare dopo che lo scorso 13 dicembre il dipartimento della Salute della Louisiana ha fatto sapere che un uomo di 65 anni era stato ricoverato in condizioni critiche a causa di un’infezione da virus dell’influenza aviaria A/H5N1.
In questo senso, gli esperti dei Centers for Disease Control and Prevention americani hanno reso noto i risultati di alcune analisi effettuate su dei campioni prelevati dal primo paziente con una forma grave del virus.
Nello specifico è stato mostrato che il virus presentava mutazioni osservate in precedenza in altri casi di infezioni da A/H5N1 registrate in altri Paesi e spesso caratterizzate da particolare gravità.
I dettagli: parlano gli esperti
“I cambiamenti sono stati probabilmente generati dalla replicazione di questo virus nel paziente con malattia avanzata”, hanno fatto sapere gli esperti dei Centers for Disease Control and Prevention. In tale ottica, i test non hanno rilevato questa caratteristica nei campioni animali analizzati.
“Questi cambiamenti sarebbero più preoccupanti se trovati negli ospiti animali o nelle prime fasi dell’infezione quando questi cambiamenti potrebbero facilitare la diffusione a contatti stretti”. E ancora: “In particolare, in questo caso, non è stata identificata alcuna trasmissione dal paziente in Louisiana ad altre persone”.
Secondo quanto si apprende, tali mutazioni non sono una novità assoluta. Esse sarebbero strettamente correlate a ceppi noti “che potrebbero essere utilizzati per produrre vaccini, se necessario”.