Carlo Calenda e il futuro incerto di Azione in Piemonte.
Carlo Calenda, figura chiave di Azione, sembra prendere le distanze dalla conferma di sostegno al presidente uscente in Piemonte Alberto Cirio, nonostante le indicazioni precedenti da parte della componente locale del partito.
“Decideremo in direzione quando sarà chiaro lo scenario“, ha dichiarato al Foglio, evidenziando una situazione di incertezza e attesa. La posizione di Osvaldo Napoli, presidente di Azione in Piemonte, aveva inizialmente suggerito un’apparente apertura verso Cirio, criticando però la rigidezza del M5S nelle coalizioni e l’importanza di un approccio più flessibile per future alleanze, in particolare a sinistra.
Calenda: strategie e alleanze in forse
La scena politica piemontese si mostra particolarmente frammentata in vista delle prossime elezioni regionali, previste per il 9 giugno in concomitanza con le europee.
La (ri)candidatura del presidente uscente Alberto Cirio, sostenuta dal centrodestra, ha scatenato una serie di riflessioni e posizionamenti all’interno delle forze di opposizione, mettendo in luce la complessità delle dinamiche politiche regionali.
Il dibattito si complica ulteriormente con le dichiarazioni di Riccardo Magi di +Europa, che pur rispettando la posizione dei calendiani, non manca di sottolineare la necessità di una mediazione e di un programma condiviso tra le forze di opposizione, criticando i: “I disastrosi risultati della giunta Cirio“.
La sfida del centrosinistra e le complicazioni interne
Il percorso verso una candidatura unitaria del centrosinistra si annuncia arduo. Le divisioni interne, in particolare tra PD e M5S, rendono difficile la scelta di un candidato condiviso per il Piemonte. La figura di Chiara Gribaudo, proposta dai dem, si scontra con le resistenze del M5S, segnate da tensioni pregresse a livello locale, soprattutto a Torino.
Oltre alle divergenze politiche, emergono questioni legate alle infrastrutture e alle grandi opere, come la TAV, che rappresentano ostacoli significativi nella formazione di un fronte comune. La politica piemontese si trova così a un bivio, con alleanze ancora in definizione e strategie che si adattano a uno scenario in continuo cambiamento.