“9 miliardi ogni anno”: la vergogna delle baby pensioni in Italia

“9 miliardi ogni anno”: la vergogna delle baby pensioni in Italia

Le baby pensioni in Italia costano 9 miliardi di euro l’anno: quante sono e su chi pensano. Ecco gli ultimi dati.

Le baby pensioni, eredità di scelte politiche degli anni ’70 e ’80, continuano a gravare pesantemente sulle casse dello Stato italiano, rappresentando un costo annuo di circa 9 miliardi di euro. Questa spesa è il risultato di un sistema che – all’epoca – permetteva il pensionamento a un’età decisamente precoce, in alcuni casi persino sotto i 40 anni, con requisiti contributivi minimi.

A distanza di decenni, le conseguenze economiche e sociali di tali decisioni restano evidenti, penalizzando soprattutto le nuove generazioni. Ecco gli ultimi dati.

Baby pensioni: i numeri e l’impatto sull’Italia

Secondo i dati del Centro studi e ricerche Itinerari Previdenziali, come riportato da Qui Finanza, sono circa 400mila i baby pensionati italiani che percepiscono assegni previdenziali da oltre 40 anni. Questi soggetti, in media, sono andati in pensione a 36,4 anni se uomini e a 39,5 anni se donne, con un’anzianità contributiva spesso inferiore ai 20 anni.

Il costo complessivo di questi assegni, stimato dall’INPS in circa 130 miliardi di euro a valori attuali, rappresenta un serio squilibrio per il sistema pensionistico italiano. Si tratta di una spesa che pesa enormemente sulle risorse pubbliche, riducendo le possibilità di investimento in altre aree cruciali.

Le origini e le conseguenze gravi sui giovani

Le baby pensioni furono introdotte con la legge del 1973, che consentiva alle dipendenti pubbliche con figli di accedere alla pensione dopo soli 14 anni, 6 mesi e 1 giorno di servizio, includendo riscatti per maternità e laurea. Per gli uomini, i requisiti erano leggermente superiori, ma comunque ben al di sotto degli standard attuali.

Le conseguenze delle baby pensioni oggi ricadono in gran parte sulle spalle dei giovani, che si trovano a dover sostenere un sistema previdenziale sempre più oneroso.