Modena: la babysitter confessa

Modena: la babysitter confessa

La babysitter del Modenese ha confessato di aver buttato dal secondo piano il bimbo di 13 mesi. Si trovava in “catalessi”.

La babysitter di Modena ha confessato di aver spontaneamente lanciato dal secondo piano il bimbo di 13 mesi, mentre era in carcere. Monica Santi – questo il nome della donna – ha confessato di aver lanciato dal balcone lei stessa, nella giornata di martedì, il piccolo Tommaso.

Il bambino, di soli 13 mesi, attualmente si trova ricoverato in ospedale nel reparto di terapia intensiva, ma pare non sia più in pericolo di vita. Monica Santi ha confessato di aver lanciato il piccolo Tommaso dalla finestra di casa dei suoi genitori, situata a Soliera, nel Modenese.

L’avvocato dell’indagata ha spiegato che l’accusata «Ha detto di essersi trovata in uno stato di catalessi, dove si sentiva soffocare e ha compiuto questo gesto a cui non riesce ancora a dare una giustificazione. Si trovava come in una realtà parallela, non capiva cosa le stesse succedendo». Sono queste le parole di Francesca Neri, all’uscita dal carcere dove si è tenuto l’incontro davanti al giudice per le indagini preliminari.

Le parole pronunciate dalla babysitter al momento dell’impatto del bimbo, secondo quanto udito dai testimoni della vicenda, sono state: “Ora è libero”. Alla base del gesto ci sarebbe un crollo psicologico, causato da un periodo di forte stress. La donna si troverebbe in questa situazione da mesi, a causa di alcune difficoltà lavorative.

Tribunale

Le dichiarazioni dell’avvocata

L’avvocata Francesca Neri ha spiegato che la sua cliente «si è sentita come abbandonata». Il fatto «riempie di rimorsi la babysitter». Infatti, proprio per questo motivo, ha deciso di confessare il tentato omicidio. Attualmente il bimbo si trova ancora ancora in condizioni gravi all’ospedale Maggiore di Bologna. Non si troverebbe comunque in pericolo di vita.

Secondo quanto dichiarato, la babysitter lavorava da mesi nella casa di via Arginetto. Più precisamente da gennaio, e lavorava per otto ore al giorno nell’abitazione. Stando alle dichiarazioni della nonna del piccolo, la donna non aveva mai dato alcun segno premonitore di un atto del genere. Nella Gazzetta di Modena è stato spiegato che sarebbe un vicino di casa ad aver assistito alla scena. Avrebbe dunque immediatamente chiamato i soccorsi.

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