Bankitalia, debito pubblico in diminuzione

Bankitalia, debito pubblico in diminuzione

Bankitalia, scende il debito pubblico a settembre. Un calo di 23,5 miliardi rispetto al mese precedente. La cifra è di 2.439,2 miliardi di euro.

ROMA – Bankitalia, il debito pubblico a settembre scende di 23,5 miliardi di euro. Gli ultimi dati emessi da Palazzo Koch hanno evidenziato un calo della cifra che ha raggiunto 2.439,2 miliardi di euro. Si tratta di una notizia positiva per il mercato italiano che ha bisogno di uscire dal momento difficile.

Nei dati, inoltre, viene precisato come la riduzione è dovuta particolarmente alle disponibilità liquide del Tesoro (-43,7 miliardi) che sono riusciti a compensare il fabbisogno (22,6 miliardi). Ma anche altri fattori hanno permesso di fare abbassare questo debito.

Entrate tributarie pari a 28,0 miliardi

I dati di Bankitalia hanno riferito come le entrate tributarie sono state pari a 28,0 miliardi di euro. In questo caso si è in linea con il dato del 2018 mentre su base annua la cifra ha raggiunto i 305,2 miliardi, uno in meno rispetto allo scorso anno. Un calo dovuto alla proroga all’autunno delle scadenze dei versamenti in autoliquidazione dei contribuenti.

Una disomogeneità che consente a valutare la dinamica delle entrate tributaria favorevoli. Per quanto riguarda, invece, la ripartizione per settori, il debito delle Amministrazioni centrali è sceso di 23,2 miliardi mentre quello delle locali di 0,3 miliardi. Invariato per gli enti di previdenza.

fonte foto https://www.facebook.com/tatiana.dellolio

Attesa per i dati di ottobre

La discesa del debito pubblico a settembre è una notizia ottima per l’economia italiana anche se per uscire dalla crisi la strada è ancora lunga. C’è molta attesa per sapere i dati che Bankitalia dovrebbe pubblicare nelle prossime settimane.

Una diminuzione ulteriore potrebbe far respirare ancora di più lo Stato italiano anche se il percorso continua ad essere ricco di ostacoli. Nelle prossime settimane una ‘mano’ potrebbe essere data dalla manovra espansiva che il governo dovrebbe approvare entro la fine dell’anno.