Barça, Reds, Depor, le dieci rimonte più clamorose della storia del calcio

Barça, Reds, Depor, le dieci rimonte più clamorose della storia del calcio

Ci sono storie, pardon, partite che meritano di essere raccontate partendo dal fischio finale, o meglio, dall’impresa finale. Il calcio è pieno zeppo di “remuntade” da paura

Premessa: non si tratta di una classifica. Perché le imprese, non solo nel calcio, esulano da ogni graduatoria. Entrano di diritto nella storia. Punto! Semplici partite? Macché! Colpi di fortuna? Può darsi! Big che impongono il loro blasone nel momento più difficile… Improvvisati Davide che sconfiggono “imbattibili” Golia… Giornate di gloria o serate storte, fate voi… Quel che resta, è l’epicità di uno spettacolo senza eguali, la sensazione di aver assistito (o vissuto) a qualcosa di assolutamente irrazionale, folle, inspiegabile.

Le cinque rimonte più clamorose della storia del calcio

Milan, croce e delizia per i suoi tifosi, capace di vittorie memorabili ma anche di tonfi clamorosi. Insomma, rimonte subite e portate al termine, perché il pallone, in fondo, è bello anche per questo: sa dare, ma anche togliere. Stagione 2003-2004, i rossoneri di Ancelotti, campioni d’Europa in carica, inseguono un succulento bis in Champions. Siamo ai quarti di finale, Kakà e compagni hanno già demolito 4-1 a San Siro il Deportivo La Coruña. Al Riazor, dunque, bisogna solo amministrare il triplo vantaggio. Ma è qui che accade l’impensabile: Pandiani, Valeron, Luque e Fran rivoltano il Diavolo, eliminando dal torneo la squadra stra-favorita.

Estasi Liverpool a Istanbul

Altro giro, altra beffa clamorosa. Istanbul, finale di Champions League 2005: il Milan, nel primo tempo, strapazza il Liverpool 3-0 (gol di Maldini e doppietta di Crespo), ma nella ripresa, nel giro di cinque-sei minuti, i Reds tornano in partita con Gerard, Šmicer e Xabi Alonso, per poi strappare la Coppa ai rivali ai calci di rigore. Una sconfitta che ha fatto storia e che il Milan vendicherà un paio d’anni dopo ad Atene.

Derby da capogiro

I derby, si sa, sono partite a sé. Vivono di vita propria nel contesto di una stagione. La stracittadina del febbraio 2004 tra Milan e Inter è entrata di diritto negli annali del calcio. I nerazzurri chiudono il primo tempo sul 2-0, pensando di aver già sbrigato la pratica. Ma i cugini si ripresentano in campo col piglio di chi sa di essere di un altro pianeta: e così, Tomasson, Kakà e Seedorf confezionano una rimonta da urlo che manda in delirio il Meazza milanista. 3-2 e… chapeau!

Boateng scatenato

Chiudiamo il capitolo Milan. Ottobre 2011, stadio Via del Mare, Lecce: i giallorossi, allora allenati da Di Francesco, sorprendono il Diavolo calando un roboante quanto inatteso tris (a segno Giacomazzi, Oddo e Grossmuller). Tutto bello, se non fosse per un certo Kevin-Prince Boateng, che nella ripresa prende per mano i suoi, trascinandoli al successo: tripletta del ghanese e gol da tre punti di Yepes, per un match senza coppe né primi posti in palio, ma dall’alto coefficiente di follia.

Diavoli rossi in paradiso

Solo 2-1? E questa sarebbe una rimonta? Beh, provate voi a segnare due gol a tempo scaduto al Bayern Monaco nel bel mezzo di una finale di Champions League. Che partita, quella del 26 maggio 1999 al Camp Nou. Abbiamo ormai superato il 90esimo, i tedeschi sentono la vittoria in tasca, ma il Manchester United di Alex Ferguson non è dello stesso avviso. Nel finale, in una manciata di minuti, Sheringham e Solskjær mandano in estasi gli inglesi (e in depressione i bavaresi), mettendo la loro firma indelebile su una delle sfide più emozionanti che il calcio abbia mai offerto ai suoi appassionati.

Bayern da urlo

Qualche anno prima, nel 1976, era toccato al Bayern Monaco sorridere di gusto al termine di un match che definire al cardiopalma sarebbe quasi riduttivo. Il Bochum vola, chiude la prima frazione di gara sul 3-0 e cala addirittura il poker a inizio ripresa, ma i campioni d’Europa non ci stanno e ribaltano la scena con Rummenigge e Müller (doppietta) sugli scudi: 4-5. Finita? Neanche per i idea. I biancoazzurri riequilibrano la contesa poco dopo con Kaczor, ma subiscono il definitivo 5-6 di Hoeneß al tramonto della partita. Che dire: tu chiamale, se vuoi, emozioni.

Eusebio contro tutti

Dalla Coppa dei Campioni ai vari campionati, passando per i Mondiali. Corea del Nord-Portogallo, quarti di finale: gli asiatici ipotecano la semifinale con un clamoroso tris, ma si dimenticano di un certo Eusebio, uno dei più grandi fuoriclasse che il calcio abbia mai conosciuto: poker della Pantera Nera, sigillo di José Augusto e 5-3 per i lusitani, che al turno successivo sbattono contro i padroni di casa (e futuri campioni del Mondo) dell’Inghilterra.

Cuore Toro

Torino-Juventus non è mai una sfida come le altre. È la primavera del 1983, i bianconeri sono in corsa per lo Scudetto e conducono per 2-0 il derby contro i granata. Partita in ghiaccio? Macché… In cinque minuti cinque, tra il 70esimo e il 75esimo, il Toro travolge la Signora con Dossena, Bonesso e Torrisi. Soddisfazione doppia: in quella stagione, oltre alla stracittadina della Mole, la Juve perde anche il tricolore.

City da impazzire

Stagione 2003/2004, White Hart Lane, quarto turno di FA Cup: dopo il pareggio dell’andata a Manchester, il Tottenham comanda 3-0 (reti di King, Keane e Ziege) sul City, tra l’altro sotto di un uomo dopo l’espulsione di Barton. Insomma, sembra fatta. Ma i Citizens non mollano e si rimettono clamorosamente in carreggiata con Distin, Bosvelt e Wright-Phillips. Poi l’apoteosi: gol-vittoria di Macken e bye bye Spurs.

La remuntada per eccellenza

E veniamo alla madre di tutte le partite: Barcellona-Paris Saint-Germain, ottavi di finale di Champions League. I parigini di Emery si presentano al Camp Nou forti del 4-0 dell’andata, ma il Barça ha in testa una parola ben precisa: remuntada. 2-0 per i blaugrana dopo i primi quarantacinque di gioco, 3-0 di Messi nel secondo tempo, poi il gol di Cavani che rimette i padroni di casa a distanza di sicurezza. Ma al fotofinish ecco il capolavoro: con una doppietta Neymar ridà fiato al popolo barcellonista, prima che Sergi Roberto, al 95esimo, firmi l’impresa più clamorosa della storia del calcio: 6-1 e Psg eliminato.

Argomenti