Arresti per sfruttamento della prostituzione minorile a Bari, con dettagli sulle indagini e le modalità di operazione del racket.
In un’operazione di vasta portata, le forze dell’ordine hanno arrestato dieci individui coinvolti in una rete di sfruttamento della prostituzione minorile. Questi arresti, avvenuti in città quali Bari, Roma, Trani e Lecce, mettono in luce un sistema di sfruttamento brutale che coinvolge giovani innocenti.
La scoperta e l’indagine
Le indagini hanno preso il via a marzo 2022, quando una madre disperata ha denunciato la situazione di sua figlia sedicenne. La ragazza era stata adescata con la promessa di guadagni facili, un’esca comune utilizzata per trarre in inganno giovani vulnerabili. Questo caso ha aperto una verità oscura: l’esistenza di un’organizzazione ben strutturata dedicata all’illecito commercio sessuale di minori.
L’uso del guadagno della prostituzione minorile
I membri di questa organizzazione criminale utilizzavano metodi particolarmente sofisticati per gestire la loro attività illecita. Avevano allestito linee telefoniche dedicate per pubblicizzare la disponibilità delle ragazze attraverso annunci online. Erano anche responsabili della prenotazione di alloggi dove avvenivano gli incontri e di accompagnare personalmente le ragazze. Inoltre, alcune figure erano incaricate di rispondere alle chiamate dei clienti e di organizzare gli appuntamenti.
Secondo gli investigatori, i clienti pagavano cifre esorbitanti, a volte centinaia di euro per singole prestazioni. I soldi così guadagnati venivano spesi dalle ragazze in abiti costosi, borse di marca e cene in ristoranti lussuosi. Le figure adulte coinvolte nel racket, tra cui un uomo di 29 anni considerato il capo dello sfruttamento, si assicuravano di incassare il denaro alla fine degli incontri, lasciando alle ragazze solo una parte dei guadagni.
Il denaro veniva raccolto dalle figure adulte dell’organizzazione, che attendevano in locali adiacenti finché le prestazioni non venivano completate. Un uomo di 29 anni, ritenuto il principale sfruttatore del gruppo, si assicurava di incassare personalmente i pagamenti dai clienti. Le ragazze ricevevano solo una frazione del guadagno, circa il 50% dell’importo totale.