Le dichiarazioni di Matteo Bassetti scuotono il mondo della sanità: ecco le sue critiche pungenti nei confronti degli altri colleghi.
Il governatore della Liguria, Marco Bucci, ha affidato a Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, il ruolo di “portavoce della sanità” regionale. Questo incarico si aggiunge alla sua lunga esperienza come medico e personaggio televisivo, portandolo a una nuova sfida: rappresentare le politiche sanitarie della Liguria.
Bassetti, critiche ai colleghi: “Non tutti i medici erano in corsia”
In un’intervista al Secolo XIX, Bassetti non si è risparmiato nel commentare la spettacolarizzazione della pandemia e il comportamento di alcuni colleghi, protagonisti nei salotti televisivi durante e dopo il Covid.
Bassetti ha sottolineato come molti dei suoi colleghi abbiano utilizzato la pandemia per costruire una carriera mediatica.
Parlando di Massimo Galli, ha affermato: “Quando gli hanno chiesto dove fosse il reparto di terapia intensiva, quasi non lo sapeva”. Stoccate anche a Fabrizio Pregliasco, definito “igienista senza percezione esatta”, e ad Andrea Crisanti, criticato per aver abbandonato la medicina per una carriera politica come senatore.
Non sono mancate le frecciate a Ilaria Capua, definita “bravissima, ma veterinaria”, e ad Antonella Viola, descritta come “ottima ricercatrice, ma lontana dalla corsia”.
La spettacolarizzazione del Covid: “Un errore comunicativo”
Bassetti ha anche riflettuto sul ruolo dei media durante la pandemia, ammettendo: “La pandemia è stata troppo spettacolarizzata. Il bollettino quotidiano andava bene nei primi mesi, ma continuarlo per due anni è stato un errore”.
Ha aggiunto che questa enfasi mediatica ha contribuito a dividere l’opinione pubblica e a politicizzare il tema dei vaccini.
Nel suo nuovo ruolo di portavoce della sanità ligure, Matteo Bassetti avrà il compito di migliorare la comunicazione tra la Regione e i cittadini, con l’obiettivo di riportare la fiducia nel sistema sanitario regionale (ma non solo).
Tuttavia, il medico non intende abbandonare la sua presenza mediatica, considerata una parte integrante del suo lavoro per informare correttamente il pubblico.