La BCE taglia i tassi di interesse di 25 punti base: depositi al 3,50%, inflazione stabile e crescita del Pil rivista al ribasso.
La Banca centrale europea (Bce) ha annunciato un nuovo taglio dei tassi di interesse, il secondo del 2024, riducendoli di 25 punti base.
Questa decisione segue quella di giugno ed è parte di una strategia di adeguamento della politica monetaria in risposta alle dinamiche economiche e inflazionistiche nell’area euro. Ecco tutti i dettagli.
La decisione della Bce sui tassi d’interesse e depositi
Il tasso sui depositi, uno dei principali strumenti attraverso cui la Bce guida la politica monetaria, è stato ridotto dal 3,75% al 3,50%.
Questo taglio, come riportato da Tg24.sky.it, è stato accompagnato da un aggiustamento tecnico nel quadro operativo che ha portato alla riduzione anche di altri tassi.
Il tasso sui rifinanziamenti principali scende dal 4,25% al 3,65%, mentre il tasso sui prestiti marginali passa dal 4,50% al 3,90%.
Secondo quanto dichiarato dalla Bce, questa decisione si inserisce in una politica di “moderazione del grado di restrizione della politica monetaria“. Necessaria per far fronte alle attuali condizioni economiche.
“I dati recenti sull’inflazione rispecchiano sostanzialmente le attese“, ha sottolineato il Consiglio direttivo, aggiungendo che la politica sarà orientata dai dati, senza vincolarsi a un particolare percorso futuro.
Inflazione stabile, ma Pil in calo
Le proiezioni sull’inflazione nell’area euro restano in linea con quanto indicato a giugno. Per il 2024 è confermato un tasso del 2,5%, seguito da un 2,2% nel 2025 e un ritorno al 1,9% nel 2026, obiettivo di lungo termine della BCE.
L’istituto ha evidenziato come l’inflazione potrebbe risalire nell’ultima parte del 2024, a causa della fine dell’effetto ribassista dei prezzi dell’energia. Per poi ritornare in linea con l’obiettivo del 2% nella seconda metà dell’anno successivo.
Le previsioni di crescita economica, tuttavia, sono state riviste al ribasso rispetto a quelle di giugno. Il Pil dell’area euro è ora previsto in aumento dello 0,8% nel 2024, dell’1,3% nel 2025 e dell’1,5% nel 2026.
La BCE ha spiegato che questo rallentamento è principalmente dovuto a una riduzione della domanda interna, mentre le condizioni di finanziamento restano “restrittive” e l’attività economica “contenuta“, riflettendo una debolezza nei consumi privati e negli investimenti.
Il Consiglio direttivo ha ribadito che le prossime decisioni saranno basate sui dati economici e finanziari raccolti, in particolare su quelli relativi all’inflazione.
Le conseguenze per i mutui
La decisione della Bce ha delle conseguenze per i mutui in Italia. “Sono buone notizie per coloro che hanno un mutuo a tasso variabile, poiché vedranno una sensibile riduzione della loro rata alla prossima revisione.“, afferma Juan Villen, direttore generale di idealista/mutui.
“Sebbene ci sia ancora strada da fare, i dati sull’inflazione, la crescita economica e l’occupazione dei prossimi mesi saranno fondamentali per vedere se questo percorso di riduzioni continuerà o se, al contrario, la BCE continuerà ad essere prudente nell’aggiustare i tassi“, conclude.