Bce: la banca contro l'economia
Vai al contenuto

Direttore: Alessandro Plateroti

Bce: la banca contro l’economia

Christine Lagarde

La follia di Christine Lagarde: “conduce un treno veloce che si chiama recessione”.

Niente, la Lagarde non ascolta nessuno. Va avanti come un treno e quel treno non ci porta in nessun luogo esotico ma dritto dritto in un bel campo deserto che si chiama recessione. Quando dico Christine Lagarde dico Bce e poco importa se nell’ultima riunione la decisione anziché a larga unanimità è stata presa dopo un acceso dibattito tra falchi e colombe.

Alla fine decimo rialzo consecutivo dall’estate dello scorso anno è un costo del denaro, 4,5 punti percentuale, che è il livello più alto nella storia dell’euro. La motivazione di questa scelta, nonostante le critiche piovute a luglio un po’ da tutte le parti, è che l’inflazione nell’Eurozona è ancora troppo alta e che per arrivare al 2 per cento fissato come punto ideale di arrivo, servirà ancora un lungo tempo con i tassi di interesse costantemente alti.

Bonus Natale 2024:
a chi spetta e cosa c'è da sapere

Insomma cari italiani che avete fatto un mutuo variabili, cari italiani che state per comprare una casa o avete fatto un debito, un finanziamento, siete nei guai.

Claudio Brachino
Claudio Brachino

Cari imprenditori che avete fatto un investimento per la vostra azienda, siete nei guai. Alla Lagarde, nel ruolo fattuale e simbolico di Presidente, contesto due cose. La politica monetaria non può essere perseguire un obiettivo formale ideale e poi ignorare le varie economie reali dei paesi membri.

Secondo, l’inflazione che i signori della Banca centrale europea non hanno visto arrivare, non si combatte solo con la rigidità monetaria.

Così per ottenere uno scopo in se’ giusto, sconfiggere l’inflazione e tutti i guai collaterali che comporta, si crea un nuovo mostro che è appunto la recessione. Cioè lo spegnimento artificiale, e non legata alle leggi del libero mercato o alle politiche dei vari governi, dell’economia .
E la politica appunto che fa?

Spieghiamo bene al nostro pubblico che i tecnocrati europei hanno avuto larga autonomia proprio da parte del Potere politico e proprio per risolvere i problemi che stiano affrontando. Come andrà a finire? A seconda di chi vincerà le prossime elezioni europee, la governance istituzionale potrebbe cambiare e quell’autonomia essere rivista o ridotta. In Italia si chiedono tutti i giorni, troppo, le dimissioni di chiunque non sia d’accordo con noi.

Però se la Lagarde si dimettesse se le conseguenze delle sue scelte, sue e del suo board, fossero gravi per qualità della nostra vita e delle nostre tasche, non sarebbe male. Anzi, vorrebbe dire che il fantasma dell’Europa, come nei migliori film del paranormale, ha battuto un colpo.

Riproduzione riservata © 2024 - NM

ultimo aggiornamento: 17 Settembre 2023 14:39

Meloni e Von der Leyen: l’Europa e l’Italia di fronte all’emergenza migratoria

nl pixel