Il commento sui disabili da parte di Roberto Vannacci ha generato anche la reazione della campionessa di scherma, Bebe Vio.
Un’intervista di Roberto Vannacci a La Stampa ha generato non poche reazioni. Il neo candidato alle Europee con la Lega aveva parlato di disabilità e di classi separate nelle scuole. Un parere controverso che ha visto, in queste ore, Bebe Vio, campionessa di scherma paralimpica, rispondere per le rime attraverso il Corriere della Sera.
Bebe Vio contro il generale Vannacci
“A me sembra paradossale che si possa anche solo pensare una cosa del genere”., ha detto Bebe Vio al Corriere della Sera rispondendo alle affermazioni del generale Vannacci.
“Abbiamo iniziato l’inclusione a scuola, ora qualcuno propone di dividerci ancora e fare passi indietro anche culturalmente“, ha proseguito l’atleta.
“Siamo stati il primo Paese al mondo a eliminare le classi separate fra chi ha una condizione di disabilità e chi non la ha, perché tornare indietro? Mi sembra una cosa senza senso”. Importante parere anche sugli insegnanti di sostegno, utili pure per chi non ha disabilità: “Penso ai tanti minori stranieri. Anche nelle mie classi ce n’erano. O a quel mio compagno che non capiva l’italiano, perché a casa parlava solo in dialetto veneto, e gli è stata affiancata una persona. Dividiamo anche loro? Giusto che si venga aiutati”.
Cosa ha detto Roberto Vannacci
La vicenda che ha visto coinvolto Vannacci e, ora Bebe Vio, è partita dalle parole del generale rilasciate a La Stampa.
Nel corso di un’intervista, infatti, il neo candidato alle Europee con la Lega aveva parlato di classi con “caratteristiche separate”. Poi sui disabili: “Non lo metterei di certo a correre con uno che fa il record dei cento metri”.
Frasi che, a distanza di qualche ora, lo stesso generale ha voluto rimodellare cercando di spiegare il senso: “Non ho mai affermato che bambini e ragazzi disabili dovrebbero stare in classi separate dagli altri. Ho detto che devono stare insieme con gli altri bambini e ragazzi ma che servirebbero impegni peculiari e anche strutture adeguate e dedicate per momenti di attenzione particolare rivolta alla loro disabilità. Esattamente quello che molti genitori con bambini disabili vorrebbero fare ma purtroppo queste strutture sono pochissime e le liste d’attesa sono lunghissime”, le sue parole ad Affaritaliani riprese da Agi.