Bergomi esprime dubbi sulla continuità di prestazioni del Milan. Tra nuovi acquisti e infortuni, l’ex Inter cerca di decifrare il mistero.
Giuseppe Bergomi, ex stella del calcio italiano e ora apprezzato commentatore sportivo, ha recentemente espresso le sue perplessità riguardo le prestazioni altalenanti del Milan, in un intervento durante il programma ‘Sky Calcio Club’, condotto da Fabio Caressa. Il dibattito si è acceso dopo l’ultima vittoria del Milan contro l’Empoli, mettendo in luce non solo i punti di forza ma anche le criticità della squadra allenata da Stefano Pioli.
La forza e le ombre del Milan secondo Bergomi
Bergomi sottolinea la qualità degli investimenti del Milan, evidenziando come la società abbia lavorato per colmare alcune lacune. Specialmente sul fronte destro dell’attacco con l’arrivo di Pulisic e nel rinforzo del centrocampo. Nonostante ciò, l’ex difensore non nasconde la sua difficoltà nel comprendere la mancanza di costanza dei rossoneri: una squadra capace di brillare in certi momenti e di sparire nel nulla in altri. Perdendo quella continuità che in passato sembrava essere uno dei loro punti di forza.
La critica di Bergomi si concentra sulla trasformazione del Milan, che da squadra dominante e coesa si trova, in alcune circostanze, a diventare irriconoscibile. Questo cambio di passo improvviso solleva interrogativi sulla stabilità emotiva e tattica del gruppo, nonché sulla capacità di gestire la pressione nei momenti chiave.
Gli investimenti e il futuro: un equilibrio da ritrovare
Le nuove acquisizioni, come Pulisic, e il rinforzo del centrocampo dovrebbero teoricamente aumentare il livello tecnico e la versatilità tattica del Milan. Tuttavia, Bergomi evidenzia come la squadra sembri aver perso quel senso di equilibrio, forse anche a causa dei numerosi infortuni che hanno colpito il reparto difensivo. I nomi di Tonali e Kessiè vengono menzionati come esempi del tipo di giocatori che hanno contribuito alla solidità dei rossoneri negli anni passati. Un equilibrio che oggi appare più precario.
Il commento di Bergomi lascia trasparire la sfida che attende Stefano Pioli: riuscire a infondere nella sua squadra quella continuità di rendimento che separa le grandi squadre da quelle semplicemente buone. Il talento c’è, gli investimenti sono stati fatti, ma il vero enigma rimane la capacità di trasformare il potenziale in prestazioni costanti e convincenti.