Tutte le aziende di Silvio Berlusconi, “una storia da sogno americano”

Tutte le aziende di Silvio Berlusconi, “una storia da sogno americano”

La storia della nascita del gruppo Fininvest, estratto dal libro “Una storia italiana” pubblicato nel 2001.

La vicenda di Silvio Berlusconi è un vero e proprio sogno americano. È ciò che traspare leggendo alcuni estratti del libro “Una storia italiana. La comunicazione politica di Forza Italia e del suo leader Silvio Berlusconi“. A poche ore dalla morte del Cavaliere, questo testo racconta l’impegno, le incertezze, gli sforzi, il rischio, l’acume imprenditoriale e la visione dell’uomo che, da zero, ha creato uno dei maggiori gruppi imprenditoriali in Europa.

Le origini medioborghesi: “Non una famiglia di grandi possibilità”

All’interno dell’opera, si legge anche della famiglia d’origine di Berlusconi. “All’inizio c’è solo un padre che investe tutta la sua liquidazione – il frutto di un’intera vita di lavoro – nella prima società del figlio dicendogli semplicemente ‘fanne buon uso. Però ricorda che questi risparmi non sono solo tuoi, sono anche dei tuoi fratelli. Quando sarà il momento giusto, ne dividerai il frutto con loro. E Silvio ha mantenuto il suo impegno.

La chiave del successo di Berlusconi starebbe nell’essere “un sognatore pragmatico. Cerco di trasformare i sogni in realtà“, come si legge nel testo. Anche se, come viene scritto subito dopo riportando le parole del Cavaliere, “nulla mi è stato facile. Mia madre mi ripete sempre: ‘È una condanna pesante la tua: non c’è niente di facile per te, devi conquistarti tutto con enorme fatica, con tanti sacrifici“.

Silvio Berlusconi

L’inizio nel settore edile e la televisione

Nel 1960 inizia l’attività nel settore dell’edilizia. Costruisce molte residenze a Milano e poi interi centri residenziali e commerciali diventando il primo operatore italiano del settore.“, si può leggere nel libro. “Dopo il Centro Edilnord realizza Milano 2, Milano 3 e il Girasole. Nel 1978 inaugura Telemilano, la televisione via cavo di Milano 2, che presto comincia a trasmettere su tutta la Lombardia. Nel 1980 fonda Canale 5, la prima rete televisiva privata nazionale, cui si aggiungono Italia 1 nel 1982 e Rete 4 nel 1984. Il successo conseguito in Italia gli consente di sviluppare varie iniziative, inserite, come tutte le altre società, nell’ambito della holding capogruppo Fininvest, fondata nel 1978.

Il testo continua: “Diffonde così la televisione commerciale in Europa: in Francia La Cinq (1986), in Germania TelefOnf (1987), in Spagna Telecinco (1989). Nel 1989 entra nella Mondadori e diviene il principale editore italiano nel settore dei libri e dei periodici. Con la Medusa e con Cinema 5 diventa anche il primo produttore e distributore cinematografico italiano.” Inoltre, “il gruppo Fininvest sviluppa una forte presenza nel settore delle assicurazioni“.

Vengono anche riportati, nell’opera, i commenti dei concorrenti di Berlusconi nell’edilizia. “Quando un imprenditore – spiega Berlusconi – entra in un settore nuovo, tutti i protagonisti di quel settore e i soliti soloni lo guardano con diffidenza e molti ne sorridono. Quando entrai nell’edilizia e intorno alle case costruivo, asili, scuole, chiese, impianti sportivi, centri di ricreazione e mi preoccupavo della qualità della vita degli abitanti e dell’ambiente che li circonda, mettendo a dimora alberi a centinaia, i vecchi costruttori fecero questa previsione: ‘quello lì non può durare, poverino fallirà!“.

La storia delle holding

All’interno del libro si parla, chiaramente, anche del gruppo Fininvest. “La costituzione delle holding proprietarie del Gruppo Fininvest che sono italiane, anzi italianissime, e che pagano all’Erario italiano fior di imposte, avvenne nel 1978, e non equivale affatto alla nascita del mio gruppo – dice Berlusconi -. Avevo vent’anni di attività imprenditoriale alle spalle che mi era valsa anche la nomina a Cavaliere del Lavoro come principale costruttore di centri commerciali e residenziali d’Italia.

“La decisione di costituire le holding fu consigliata a mio padre dai nostri consulenti di fiducia, il dottor Edoardo Piccitto e il dottor Armando Minna, titolari di uno dei più importanti studi professionali milanesi. Occorreva” – dice Berlusconi nel testo – “pensare al futuro e prevedere una sistemazione delle questioni ereditarie per i figli, per i nipoti e per i diversi membri della famiglia. I versamenti per la costituzione del capitale furono effettuati per mezzo di assegni circolari e di conto corrente. È quasi un miracolo perché, come previsto dalla legge, dopo dieci anni le banche usano mandare al macero le documentazioni cartacee“.

Ma quei soldi non servirono a far nascere le televisioni. La televisione non assorbì liquidità, anzi la generò. Quando la Rai aveva il monopolio televisivo, la Sipra – è noto – concedeva gli accessi premiando i clienti più generosi nel finanziare con la pubblicità i giornali di partito che erano tutti in perdita. La nascita di un’alternativa liberalizzò il mercato. Il fatturato di Publitalia passò dai 12 miliardi del primo anno ai 76 del secondo, agli oltre 200 del terzo.