L’avvocato del presunto nuovo erede di Silvio Berlusconi ha parlato di quello denominato “testamento colombiano”. La situazione.
Si torna a parlare dell’eredità di Silvio Berlusconi ed in particolare di quello che è stato denominato il “testamento colombiano“. Nei giorni scorsi, infatti, l’imprenditore Marco Di Nunzio, piemontese che vive in Sudamerica, avrebbe depositato tramite il suo legale, un documento in suo possesso presso uno studio notarile di Napoli dove, di fatto, reclamava la sua parte di eredità al netto di una carta firmata proprio dal Cavaliere che gli darebbe diritto al 2% delle azioni Fininvest e non solo. A Fanpage, l’avvocato di Di Nunzio, Erich Grimaldi, ha voluto fare chiarezza sulla vicenda.
Berlusconi, la richiesta dell’erede
La vicenda sull’eredità di Silvio Berlusconi parte da una richiesta dell’imprenditore Marco Di Nunzio che sarebbe il beneficiario di quello che è stato ribattezzato come il “testamento colombiano” del Cavaliere. In questo documento, il compianto ex Premier gli avrebbe lasciato in eredità il 2% delle azioni Fininvest, 26 milioni di euro, tutte le azioni della società proprietaria delle ville ad Antigua, la nave ‘Principessa VaiVia’ e anche le altre imbarcazioni’.
Tale documentazione sarebbe scritta non a mano e sarebbe formata da un’unica pagina. Il testamento colombiano sarebbe datato 21 settembre 2021 e firmato in calce proprio da Berlusconi alla presenza di due testimoni, presso lo studio del notaio Jimenez Najera Margarita Rosa, a Barrio Espinal, durante una visita del Cav nel Paese sudamericano.
Dopo il decesso del Cavaliere, il documento sarebbe stato depositato presso un notaio colombiano in data 6 settembre 2023 e successivamente pubblicato da Di Nunzio, per il tramite del procuratore generale Grimaldi, presso uno studio notarile di Napoli il 3 ottobre scorso.
La diffida ai figli del Cavaliere
Proprio Grimaldi ha dato alcune spiegazioni in merito al “testamento colombiano” a Fanpage sottolineando di aver diffidato i cinque figli di Berlusconi con l’intento dell’immediata immissione nel possesso dei beni per Di Nunzio.
“Decorso vanamente il termine concesso nella diffida inviata ma ancora non recapitata a tutti gli eredi, si darà seguito a tutte le opportune azioni a tutela del legatario, per ottenere l’immissione nel possesso dei beni”, ha spiegato il legale dell’imprenditore.
Da quanto si apprende, nella diffida sarebbe stato concesso un termine di 7 giorni per adempiere.
Secondo l’avvocato di Di Nunzio, il documento sarebbe ufficialmente valido anche in Italia e andrebbe “inserito obbligatoriamente nella pratica successoria di Silvio Berlusconi. A notifica avvenuta, i legati testamentari saranno, di certo, sottoposti al vaglio della famiglia del Cavaliere, del notaio Roveda e dello stesso Comitato direttivo della società Fininvest, in considerazione anche del 2 per cento delle azioni della relativa società quotata in borsa, assegnatogli da Berlusconi in sede testamentaria”.