Besoz attacca Musk: “Così aumenta l’influenza della Cina sui social”

Besoz attacca Musk: “Così aumenta l’influenza della Cina sui social”

Il secondo uomo più ricco del mondo attacca il primo e lo accusa di cedere troppo potere alla Cina.

Twitter ha accettato l’offerta di Elon Musk che ha comprato per un accordo di 44 miliardi il social network al 100%. Ma questa mossa non è stata ben vista dal patron di Amazon, Jeff Besoz che vede questo accordo un rischio di esporre il social network ancor di più all’influenza cinese a causa delle proprietà di Musk.

Bezos ha ricordato che appunto “il secondo maggiore mercato di Tesla nel 2021 è stata la Cina“, e che “i produttori di batterie cinesi sono importanti fornitori per le auto elettriche di Tesla“. Secondo Besoz, il governo cinese non ha avuto più influenza sul Twitter dal 2009, dopo che aveva bandito la piattaforma. Ma ora le cose potrebbero cambiare se a capo del social ci sarà Elon Musk.

Musk è diventato così l’uomo più ricco del mondo e l’accordo tra le due parti di 44 miliardi rappresenta una delle più grandi acquisizioni della storia dell’economia digitale. Le azioni di Twitter hanno visto un rialzo del 5% a Wall Street in seguito all’accordo trovato. Questa acquisizione potrebbe portare a dei cambiamenti di Twitter che è uno dei social più usati al mondo.

twitter

Le preoccupazioni per l’acquisto di Twitter di Musk

Il fondatore di Tesla e SpaceX ha dichiarato di aver acquistato il social per tutelare la libertà di espressione su quella piattaforma: “La libertà di parola è essenziale al funzionamento della democrazia, e Twitter è la piazza digitale dove vengono dibattute questioni cruciali per il futuro dell’umanità“. La sua intenzione è quella di potenziare la piattaforma come presidio della libertà d’espressione. “Spero che anche i miei più acerrimi critici restino su Twitter”.

Twitter è uno dei social che più ha irrigidito le norme sulla moderazione dei contenuti. Questo annuncio da parte di Elon Musk preoccupa non poco anche i dipendenti. Si teme che con questo assolutismo della libertà di parole si possa trascendere in contenuti che incitano all’odio e una crociata ‘anti-censura’.