“Biden grazia 37 condannati alla pena di morte”: cosa c’entra Papa Francesco

“Biden grazia 37 condannati alla pena di morte”: cosa c’entra Papa Francesco

Biden grazia 37 detenuti condannati a morte, commutando le pene in ergastoli: l’ultima storica decisione da presidente Usa.

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha firmato un atto di clemenza senza precedenti, commutando la pena di morte per 37 detenuti in ergastoli senza possibilità di libertà vigilata.

Non fraintendetemi: condanno questi assassini, provo dolore per le vittime dei loro atti spregevoli e provo pena per tutte le famiglie che hanno subito perdite inimmaginabili e irreparabili“, ha dichiarato il presidente. Tuttavia, ha aggiunto, “guidato dalla mia coscienza e dalla mia esperienza sono più che mai convinto che dobbiamo porre fine all’uso della pena di morte a livello federale“.

Papa Francesco

L’ultima “mossa” di Biden e cosa c’entra il Papa

Secondo fonti vicine alla Casa Bianca, come riportato da Today, la scelta del presidente Biden è stata influenzata da una recente telefonata con papa Francesco.

Durante il colloquio, il pontefice aveva espresso la sua preoccupazione per i detenuti condannati a morte. Il messaggio del papa si è allineato con l’appello dei vescovi cattolici americani, che hanno lodato la decisione del presidente Usa.

La scelta di commutare le condanne di 37 detenuti ha riguardato principalmente casi non legati a crimini di massa o atti di terrorismo. Tra i beneficiari del provvedimento si trovano Len Davis, un ex agente di polizia condannato per omicidio su commissione. Nonché Norris Holder, la cui responsabilità in una rapina in banca sfociata in un omicidio resta oggetto di dibattito legale.

Chi resta nel braccio della morte

Nonostante il gesto di clemenza, tre detenuti rimangono nel braccio della morte federale, tutti responsabili di stragi particolarmente gravi. Tra questi, Dzhokhar Tsarnaev, uno degli artefici dell’attentato alla maratona di Boston del 2013.

Il presidente Joe Biden ha precisato che la sua amministrazione non intende abolire la pena di morte per crimini di terrorismo o motivati da odio razziale, affermando che: “Queste commutazioni sono coerenti con la moratoria imposta dalla mia amministrazione sulle esecuzioni federali, in casi diversi dal terrorismo e dagli omicidi di massa motivati dall’odio“.