Un molo temporaneo al largo della costa di Gaza per gli aiuti umanitari: Biden annuncia la missione Usa nella Striscia.
Arriva la missione degli Usa nella Striscia di Gaza. A renderla nota il presidente americano Joe Biden che ha spiegato come gli Stati Uniti hanno intenzione di costruire un porto da cui distribuire in modo più massiccio e rapido gli aiuti umanitari di cui la popolazione palestinese ha bisogno. Il numero uno degli States ha spiegato le intenzioni degli americani nel discorso sullo Stato dell’Unione di fronte al Congresso in seduta congiunta.
Biden e il porto a Gaza per gli aiuti
Prima del discorso di Biden sullo Stato dell’Unione di fronte al Congresso in seduta congiunta, ad annunciare la “missione” Usa a Gaza erano stati alti funzionari dell’amministrazione statunitense alla Cnn anticipando quelle che sarebbero poi state le parole del presidente americano.
“Il presidente annuncerà che darà istruzioni all’esercito di condurre una missione di emergenza per creare un porto nel Mediterraneo, sulla costa di Gaza, che possa accogliere grandi navi che trasportano cibo, acqua, medicinali e rifugi temporanei”. Parole poi confermate dal numero uno degli States.
Il porto includerà un molo temporaneo che dovrà avere “la capacità di ospitare centinaia di ulteriori camion di assistenza ogni giorno” da coordinare con Israele, le Nazioni Unite e le organizzazioni umanitarie non governative. Le prime spedizioni di aiuti arriveranno via Cipro.
Le tempistiche
Al momento non sono chiare le tempistiche di creazione di tale porto. Pare ci possano volere tra i 30 e i 60 giorni. Gli esperti americani della 7th Transportation Brigade non dovranno creare una base a Gaza, perché questo provocherebbe reazioni negative sul fronte interno, per il timore di un loro coinvolgimento nella guerra.
In questo senso dovrebbero gestire l’operazione dal mare con la collaborazione e l’aiuto di alcuni alleati e coordinando ispezioni e sicurezza con Israele, senza però dipendere da Netanyahu.
Da quanto si apprende, i beni verranno portati a terra con piccole imbarcazioni della World Central Kitchen dello chef Jose Andres. Successivamente vi sarà il problema della distribuzione, dove ci sono agenzie dell’Onu come la contestata Unrwa, Ocha e il Programma Alimentare Mondiale, più varie ong.