Sta facendo molto discutere la morte di una bimba, rimasta chiusa in auto con le temperature elevatissime. Il gesto del padre.
Una vera e propria tragedia sulla quale occorrerà fare chiarezza arriva dall’Arizona. Una bimba di 2 anni è rimasta vittima del caldo dopo essere stata chiusa in auto dal padre per circa 30 minuti. La piccola sarebbe rimasta uccisa a causa delle elevate temperature. Stando al papà della bambina, però, lui l’avrebbe lasciata consapevolemente sulla vettura con l’aria condizionata accesa.
Bimba morta in auto: i fatti
Una drammatica vicenda arriva da Tucson, in Arizona. Una bimba di due anni è morta a causa del caldo eccessivo dopo essere stata lasciata in auto dal padre. La tragedia è avvenuta l’11 luglio e secondo una prima ricostruzione della polizia di Marana, i fatti si sarebbero svolti in modo piuttosto chiaro: il padre era in giro con la piccola per alcune commissioni quando è tornato a casa e ha consapevolmente lasciato la figlia che dormiva in auto con l’aria condizionata accesa.
Purtroppo, a quanto pare, successivamente al gesto del padre, il motore dell’auto si sarebbe spento improvvisamente mettendo fine all’erogazione dell’aria fresca. All’esterno della vettura, in quei momenti, la temperatura aveva superato i 40 gradi. Dopo almeno mezz’ora da quell’episodio, a scoprire la piccola in auto è stata sua madre che stava tornando da lavoro. Avendola vista chiusa in auto priva di conoscenza, la donna e lo stesso uomo hanno subito provveduto a chiamare le autorità e i soccorsi.
I dettagli sul caso
Secondo quanto si apprende da diversi media, i tentativi di rianimazione della piccola bambina sono risultati inutili. La bimba, infatti, è morta poco dopo in ospedale. La polizia sta indagando sul caso. Come sottolineato da Leggo che cita il Daily Mail, il capitano della polizia di Marana, Tim Brunenkant, ha dichiarato: “Non conosciamo le circostanze, stiamo cercando di saperne di più. Le temperature continuano a salire e questa settimana hanno superato i 43. È davvero una tragedia. Stiamo portando avanti gli interrogatori e vogliamo capire se si tratti di un errore. O un incidente? È possibile, ma dobbiamo determinarlo”.