Bloody Sunday, incriminato un ex soldato britannico per la morte di due manifestanti in Irlanda del Nord. L’accusa dopo un’indagine durata anni.
Mentre a Londra si continua a discutere sull’uscita dall’Unione europea e sul confine irlandese, uno dei nodi della Brexit, arriva una notizia che riporta alla memoria il tragico Bloody Sunday, la drammatica domenica del 1972 quando l’esercito britannico soffocò nella violenza le proteste scoppiate in Irlanda del Nord.
Bloody Sunday, militare britannico incriminato per la morte di due manifestanti
Come riportato dai media britannici, un ex soldato, paracadutista per la precisione, è stato incriminato per la morte di due attivisti, uccisi a Londonderry (Irlanda del Nord) in occasione del tristemente noto Bloody Sunday.
Il militare faceva parte del reggimento di paracadutisti che fu schierato per reprimere la violenta protesta scoppiata in seguito alla notizia dell’arresto di alcuni nazionalisti irlandesi.
L’uomo dovrà affrontare un processo per rispondere delle accuse. Si tratta di una decisione forte e carica di un significato simbolico che però non mette la parola fine alle tante polemiche che a distanza di anni continuano ad animare il dibattito.
Altri sedici militari infatti non subiranno alcuna ripercussione per i fatti in questione. In seguito ai violenti scontri persero la vita tredici persone, mentre quindici sarebbero rimaste ferite. Si tratta di una delle pagine nere della recente storia della Gran Bretagna.
Un’inchiesta lunga decenni
Dopo decenni di indagini si sarebbe arrivati alla conclusione che i soldati aprirono il fuoco contro manifestanti disarmati e che non potevano rappresentare una minaccia seria per i militari.