Rebibbia, bombe molotov nei parcheggi del carcere femminile

Rebibbia, bombe molotov nei parcheggi del carcere femminile

Lanciate bombe molotov nei parcheggi del carcere femminile di Rebibbia, a Roma. De Fazio chiede l’intervento dei politici.

A distanza di poche ore dalla fuga dal carcere minorile Cesare Beccaria di Milano dei sette giovani detenuti, alcune bombe molotov sono state lanciate nei parcheggi dedicati al personale del carcere femminile di Rebibbia, a Roma.  

Gennarino De Fazio, segretario generale della polizia penitenziaria, ha riferito che a Roma delle “bombe molotov sono state lanciate durante la notte nel parcheggio per il personale del carcere romano di Rebibbia femminile”.  

La denuncia di De Fazio

Continua l’orda di scompiglio nelle carceri italiane. L’evento segue di poco la fuga dei sette prigionieri di Milano, scappati dal carcere minorile. Soltanto due di loro sono stati catturati. Gli altri, di età compresa tra i 17 e i 18 anni, sono ancora latitanti. “La polizia penitenziaria, per troppo tempo abbandonata dai governi e dalla politica che conta, continua a essere attaccata su più fronti. Serve un decreto carceri che, con carattere d’urgenza, affronti l’emergenza”, ha spiegato De Fazio.  

Il problema delle carceri italiane è un tema poco affrontato dalla politica italiana. Per questo motivo, il segretario generale della polizia penitenziaria, ha rivolto un appello in cui chiede alle forze politiche di intervenire per migliorare il sistema. 

De Fazio spiega: “Serve un decreto carceri che, con carattere d’urgenza, affronti l’emergenza e potenzi la Polizia penitenziaria mancante di 18mila unità. Ma è necessaria anche una legge delega per riforme complessive che reingegnerizzino il sistema d’esecuzione penale, ristrutturino il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità e riorganizzino il Corpo di polizia penitenziaria”, dice. 

Infine conclude: “Del resto, lo stesso Matteo Salvini, oggi vicepresidente del consiglio dei Ministri, nel 2017 sottoscrisse con firma autografa in segno di condivisione e impegno un nostro documento rivendicativo: adesso è il momento di adempiervi”.