Bonaccini esige le scuse dall’ex grillino Giarrusso al Pd

Bonaccini esige le scuse dall’ex grillino Giarrusso al Pd

Prima di entrare a far parte del Pd l’ex grillino Giarrusso deve chiedere scusa. Questa è la linea del candidato segretario Bonaccini.

“Noi siamo un partito aperto a chiunque, se Dino Giarrusso vorrà entrare nel Pd prima di tutto chieda scusa a chi ha ferito in passato e soprattutto dimostri di accettare le regole e il percorso di questo partito”. Così il candidato alla segreteria del Pd Stefano Bonaccini ha frenato gli entusiasmi per l’annuncio dell’entrata nel Pd da parte dell’eurodeputato Dino Giarrusso, ex Iena e ex M5S. Molti dem non hanno accolto in modo positivo la notizia.

L’ex grillino Giarrusso, infatti, negli anni passati si è accanito duramente sul Pd e sull’operato dei dem. «Nessuno può dirmi che salgo sul carro del vincitore visto il momento di difficoltà del Pd – ha detto Giarrusso sul palco in cui ha annunciato il sostegno a Bonaccini – È normale che mi attacchino, ma ho una mia forza e sono stato un elettore di centrosinistra prima di scegliere il Movimento 5 Stelle, ci sono stati ingressi di persone ben più distanti».

Partito Democratico

Rispuntano vecchi grillini tra cui Di Maio

Non è l’unico ex grillino che tenta di entrare nelle fila del Pd che è in affanno e sta facendo entrare chiunque tanto da essere preso di mira sui social. Oltre a Giarrusso arriva anche Spadafora e rispunta il nome di Luigi Di Maio.

Dallo stesso palco di Milano il presidente emiliano dichiara: “Le elezioni si possono vincere o perdere, l’importante è non perdersi, ma che la seconda forza politica del Paese, la prima dell’opposizione, si autoflagelli per mesi e mesi fin quasi suicidarsi è incomprensibile”. Bonaccini ha annunciato che “Questo percorso congressuale si è dimostrato ancora una volta incompatibile per tempi e modalità con il tempo che viviamo. Prendiamo già da ora un impegno: dal giorno dopo le primarie si cambia e ci diamo regole e strumenti comprensibili alle persone che facciano il bene del Pd e non di chi lo vuole demolire, mai più cinque-sei mesi per eleggere un segretario nazionale”.