Angelo Bonelli, leader dei Verdi, critica Salvini sul caso Open Arms: accuse di violazioni del diritto internazionale.
Mentre il ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini attende la sentenza del processo Open Arms, il leader dei Verdi, Angelo Bonelli, interviene con dichiarazioni durissime. Durante la trasmissione Coffee Break su La7, Bonelli ha accusato Salvini di strumentalizzare il caso per fini politici.
Open Arms, Bonelli la spara grossa contro Salvini
“Il ministro Salvini ha tutto l’interesse a trasformare il processo Open Arms in un caso politico, usando questa vicenda per attaccare i magistrati e alimentare polemiche ideologiche. Ma la realtà dei fatti è ben diversa”, ha esordito Bonelli, rievocando gli eventi del 2019.
Secondo Bonelli, il decreto interministeriale firmato da Danilo Toninelli, Elisabetta Trenta e Salvini nel 2019 fu annullato dal tribunale amministrativo per violazioni del diritto internazionale.
La nave Open Arms, in quel momento, ospitava 147 persone, tra cui bambini e donne, in condizioni disperate.
“Salvini firmò un decreto bis che disattendeva l’ordine del giudice, bloccando quella nave. Va ricordato che questo secondo provvedimento non fu firmato dai ministri Toninelli e Trenta”, ha sottolineato Bonelli.
“Un dramma usato per fini politici”
Bonelli ha accusato il ministro di aver trasformato una crisi umanitaria in una questione politica: “Se un ministro decide deliberatamente di disattendere un ordine della magistratura, se ne assume pienamente la responsabilità. Salvini ha usato il dramma di 147 persone come strumento per costruire una narrazione sui migranti, lontana dalla tutela dei confini nazionali”.
Il leader dei Verdi ha poi rivolto una domanda retorica: “Da cosa stava difendendo l’Italia? Da 37 bambini a bordo di una nave che il procuratore di Agrigento visitò, ordinando lo sbarco immediato per le condizioni igienico-sanitarie disumane?”.
Bonelli ha concluso il suo intervento con una riflessione sulla politica italiana e il rispetto della legge: “Questa vicenda dimostra come la politica italiana fatichi spesso a entrare nel merito delle questioni, preferendo aggirare i principi di giustizia e legalità. Non può esistere nessuno al di sopra della legge: si chiami Salvini o Rossi di Zagarolo”.