Al via il bonus auto elettriche 2025: incentivi fino a 11.000 euro per privati e 20.000 euro per microimprese.
L’Italia ha finalmente dato il via alla nuova stagione degli incentivi auto elettriche. Dal 22 ottobre 2025, alle ore 12, è attiva la piattaforma ministeriale che permette ai cittadini e alle microimprese di accedere al bonus auto elettriche 2025, misura finanziata con ben 597 milioni di euro provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il decreto, pubblicato in Gazzetta Ufficiale a settembre dopo l’approvazione dell’8 agosto, prevede importanti novità rispetto alle versioni precedenti. Tra le principali, l’introduzione di nuovi criteri territoriali e sociali che definiscono in modo preciso chi ha diritto a ricevere il contributo economico.

Il contesto del nuovo bonus auto elettriche
Il nuovo schema consente ai cittadini con un Isee inferiore ai 40.000 euro di ricevere fino a 11.000 euro a fondo perduto per l’acquisto di un’auto elettrica, purché sia rottamato un vecchio veicolo a motore termico fino a Euro 5. Le microimprese possono invece ottenere fino a 20.000 euro per l’acquisto di veicoli commerciali elettrici. Uno degli aspetti più discussi è il requisito della residenza o sede legale in una delle cosiddette aree urbane funzionali, cioè città con oltre 50.000 abitanti o territori ad alto pendolarismo. Questo criterio ha richiesto una revisione delle mappe dell’Istat, ferma al 2011, e ha causato un notevole ritardo nell’attuazione della misura.
Criticità e polemiche: metà del Paese resta fuori
L’inclusione di nuove aree nella lista dei comuni beneficiari ha ampliato la platea di aventi diritto, portando il totale a 2.260 comuni. Tuttavia, secondo l’UNCEM (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani), milioni di italiani restano esclusi, soprattutto nelle zone montane e rurali. Intere province come Cuneo e il Verbano-Cusio-Ossola risultano fuori dal perimetro degli incentivi. Una situazione che, secondo il presidente UNCEM Marco Bussone, crea un’Italia a due velocità nell’accesso alla mobilità sostenibile. Le critiche si concentrano sul fatto che chi parte da piccoli comuni utilizza l’auto più intensamente rispetto a chi vive nelle grandi città, ma paradossalmente resta escluso dal bonus proprio per via del criterio territoriale.
“Il criterio scelto non tiene conto che chi si sposta da un Comune di un area urbana, non usa l’auto. Mentre la usa chi arriva da Comuni più lontani. Cambiare il parco veicoli, per affrontare la crisi climatica, è fondamentale per il nostro Paese. Ma così no. I criteri premiano solo alcuni. Vanno solo alle zone urbane e territori limitrofi. Milioni di persone tagliate fuori dalla corsa al bonus, sempre sia un buon modello di incentivo, che parte oggi alle 12“. Lo riferisce Marco Bussone, Presidente Uncem come riportato da lagendanews.com.
Oltre alle polemiche territoriali, va considerata anche la norma antifrode che impone che il veicolo da rottamare sia intestato da almeno sei mesi al richiedente. Una condizione pensata per evitare abusi ma che restringe ulteriormente la possibilità di accesso al contributo. Il Ministero dell’Ambiente, guidato da Gilberto Pichetto Fratin, ha dichiarato l’obiettivo di arrivare ad almeno 39.000 veicoli a emissioni zero entro il primo semestre del 2026. Resta da vedere se i paletti introdotti, pur pensati per razionalizzare la spesa pubblica, non finiranno per limitare l’efficacia complessiva dell’intervento.