Il 21 luglio 1979, il vicequestore Boris Giuliano viene assassinato dalla mafia. Il killer corleonese Bagarella lo fredda a Palermo.
Era la mattina del 21 luglio 1979 quando Boris Giuliano, capo della Squadra Mobile di Palermo, si trovava come di consueto alla caffetteria Lux di via Di Blasi per un caffè.
Il killer di Boris Giuliano
Giuliano, il quale aveva sempre la pistola d’ordinanza nella fondina, stava pagando la consumazione alla cassa quando alle spalle lo sorprende Leoluca Bagarella, spietato killer dei corleonesi. Il cognato di Riina esplode sette colpi di pistola beretta calibro 7.65 alle spalle del funzionario di PS. Il vicequestore muore sul colpo.
Il processo e la condanna a Bagarella
Il processo per l’assassinio di Boris Giuliano si conclude nel 1995. La corte condanna all’ergastolo i boss Riina, Provenzano, Michele Greco, Francesco Madonia, Pippo Calò, Bernardo Brusca, tutti quali mandanti. Leoluca Bagarella subisce la stessa condanna come esecutore materiale del delitto.
La carriera in Polizia
Boris Giuliano, nativo di Piazza Armerina, vince il concorso di commissario di Polizia nel 1962 e l’anno dopo viene assegnato a Palermo, dove entra nella Squadra Mobile. Inizia nella Sezione Omicidi, poi diventa dirigente. Giuliano, il quale ottenne una specializzazione presso l’FBI, apportò metodi investigativi innovativi.
Le indagini sul traffico di droga
Nel 1979 Giuliano individuò due valigette contenenti 500.000 dollari all’aeroporto di Palermo-Punta Raisi. E’ il pagamento di una partita di eroina sequestrata a New York. In contemporanea, gli agenti della Squadra Mobile fermano due mafiosi, Antonino Marchese e Antonino Gioè, nelle cui tasche trovano una bolletta con l’indirizzo di via Pecori Giraldi: nell’appartamento i poliziotti scovarono armi, quattro chili di eroina e una patente contraffatta sulla quale era incollata la fotografia di Leoluca Bagarella.
Per Boris Giuliano il destino è segnato. Al centralino della Questura arrivano diverse minacce di morte. Fino al 21 luglio 1979…