Borse 23 settembre 2020, il racconto della seduta dei mercati
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Direttore: Alessandro Plateroti

Borse 23 settembre 2020, listini Ue in positivo. Tokyo chiude in rosso

Grafico Borsa

Borse 23 settembre 2020. Terza giornata settimanale dei mercati. I listini Ue chiudono in positivo.

MILANO – Borse 23 settembre 2020. Nuova giornata chiave per i mercati che speravano di recuperare quanto perso nella prima seduta. Dopo una chiusura positiva nella sessione di martedì, i listini del Vecchio Continente hanno continuato su quel trend con una nuova seduta positiva anche se la crescita è stata minima.

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Borse 23 settembre 2020, listini Ue aprono in positivo. Tokyo in rosso

Dopo due giorni di chiusura per festività, la settimana di Tokyo si è aperta in rosso. L’indice nipponico ha lasciato per strada lo 0,39%. Male anche Hong Kong (-0,12%) e Seul (-0,25%). L’unica a chiudere in positivo è stata Shanghai (-0,02%).

Chiusura in rialzo, invece, nel Vecchio Continente. La migliore è stata Londra con un progresso del +1,21%. Bene anche Parigi (+0,62%) e Francoforte (+0,33%). Leggera crescita per Milano (+0,18%) che ha pagato una giornata difficile delle banche. In accelerata, invece, Atlantia (+3,02%).

Nuovo crollo, invece, per Wall Street. Il Dow Jones ha lasciato per strada l’1,92% mentre il Nasdaq oltre il 3%.

I mercati in tempo reale

Wall Street
Wall Street

Spread stabile

Giornata stabile, invece, per lo spread che ha chiuso in zona 135 punti. In forte calo l’euro che è passato di mano a 1,1678 dollari e 122,91 yen. Per quanto riguarda le materie prime l’oro è scambiato a 1.882,5 dollari (-0,2%) mentre il Wti ha guadagnato 1,9% (a 40,36 dollari) e il Brent l’1,3% (a 42,2 dollari).

Ritorna la preoccupazione per gli indici Pmi

Gli indici Pmi hanno registrato una piccola frenata rispetto ai mesi scorsi. Un rallentamento che sembra essere strettamente legato all’aumento dei contagi in tutto il mondo con la possibilità di ritornare in recessione.

In Germania Berlino ha deciso di derogare nel 2021 la regola costituzionale per il pareggio di bilancio. “Dopo il 2020 anche il 2021 siamo obbligati a chiedere al Parlamento l’autorizzazione di fare deficit“, le parole del ministro delle Finanze, Olaf Scholz, riportate da La Repubblica. Una linea che potrebbe essere intrapresa anche da altre nazioni.

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ultimo aggiornamento: 24 Settembre 2020 9:32

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