I ritardi dei vaccini spaventano i mercati. Borse in calo

I ritardi dei vaccini spaventano i mercati. Borse in calo

Borse 27 gennaio. Chiusura in rosso per Milano. I ritardi sui vaccini spaventano i mercati europei.

MILANO – Borse 27 gennaio. Chiusura in negativo per i mercati. Dopo una giornata positiva nella seconda seduta settimanale, gli indici sono ritornati in negativo per l’emergenza coronavirus. A spaventare gli indici, in particolare, sono i ritardi dei vaccini.

Una somministrazione molto più lenta che potrebbe portare ad un ritardo del ritorno alla normalità. Nei prossimi giorni, soprattutto dopo l’approvazione di AstraZeneca, potrebbe esserci un cambio di passo, ma i numeri del vaccino di Oxford rischiano di riportare ben presto i listini in rosso.

Borse 27 gennaio, Piazza Affari in rosso

A pagare i ritardi sui vaccini è in particolare il Vecchio Continente. Per Milano a fine giornata si segna una perdita dell’1,47%. Peggio solamente Francoforte. L’indice tedesco ha segnato un -1,81% in chiusura. Leggermente meglio ma sempre in rosso sia Parigi (-1,13%) che Londra (-1,24%).

La giornata dei mercati si era aperta con un andamento positivo dell’Asia. Tokyo ha guadagnato lo 0,31%. Bene anche Hong Kong (+0,13%), Shanghai (+0,11%). In negativo, invece, solo Shanghai (-0,17%). A Wall Street da segnalare il tracollo sia del Nasdaq (-2,61%) che di Dow Jones (-2,05%).

Wall Street

I mercati in tempo reale

Spread in leggero rialzo

Ritorna leggermente a risalire lo spread. Chiusura a 119 punti per il differenziale con il rendimento decennale intorno a 0,61%. L’euro è passato di mano a 1,2160 dollari e 126,06 yen. Per quanto riguarda le materie prime, il petrolio ha registrato un rialzo. Il Wti, in scadenza a marzo, ha guadagnato lo 0,53% a 53,11 dollari al barile. Bene anche il Brent (+0,37% a 56,28 dollari).

Istat, in calo l’export

E’ stato un 2020 molto complicato per l’export. Secondo l’ultimo rapporto dell’Istat, riportato dall’Ansa, nel 2020 si è chiuso con una contrazione del 9,9%, spiegata per oltre 6 punti percentuali dal calo delle vendite di beni strumentali e beni di consumo non durevoli”. Un calo simile non si registrata dal 2009.