Emergono i primi timori legati ai dazi e all’eventuale recessione degli USA: aspetti che si riversano nelle borse in rosso.
Dopo l’annuncio delle politiche commerciali di Trump e dei suoi tagli alla spesa e ai dipendenti pubblici, iniziano a essere evidenti le conseguenze sulle borse mondiali e anche su quelle europee, che si sono appesantite a metà seduta. Inoltre, a peggiorare la situazione sono anche i timori nutriti dagli investitori, i quali prefigurano una recensione dell’economia a stelle e strisce.
Borse in rosso, le prime conseguenze delle politiche di Trump
Inizia a crescere gli inquietudine tra gli investitori, i quali temono che possa esserci una importante frenata per l’economia americana, dopo l’annuncio delle politiche commerciali imposte da Donald Trump.

A subire lo smacco di questi importanti cambiamenti – sul piano internazionale – sono anche le borse europee, ora in rosso. Milano e Parigi infatti cedono lo 0,7%, mentre Francoforte l’1,6%. C’è, poi, Londra con lo 0,8%.
La situazione non è delle migliori nemmeno a Wall Street, dove appunto i future sul Nasdaq sono in calo dell’uno, 7%, mentre raggiungono un abbassamento dell’1,4% quelli sull’S&P 500.
Le parole di Trump sul futuro dell’economia americana
Trump ha affermato, in un’intervista concessa a Fox News, che – effettivamente – l’economia americana si ritroverà ad affrontare un “periodo di transizione“, collegato, come è facile da capire, alle nove politiche, anche se non prevede un momento di recessione ai danni dell’economia americana.
Non tutti, però, sono del suo stesso avviso. Ad esempio Paul Donovan, capo economista di Ubs, ha affermato, in merito, che “i mercati mostrano più preoccupazione per le prospettive di crescita nel 2025“.
C’è da dire che le preoccupazioni per l’economia americana riguardano anche il dollaro, che si ritrova, nei fatti, ai minimi dal mese di novembre 2024 sull’euro, con cui scambia a 1,085.