Boss mafiosi scarcerati per il coronavirus, Salvini: “Vergogna nazionale”. Il Dap smentisce

Boss mafiosi scarcerati per il coronavirus, Salvini: “Vergogna nazionale”. Il Dap smentisce

Emergenza coronavirus, diversi boss della mafia sarebbero stati scarcerati. Il DAP smentisce ma Salvini attacca: “Una vergogna nazionale”.

Stando a quanto emerso nelle ultime ore, diversi detenuti, tra cui boss mafiosi, sarebbero stati scarcerati per l’emergenza coronavirus. Questo per le loro condizioni di salute o perché soggetti potenzialmente a rischio.

Roma 28/08/2019 – consultazioni Quirinale / foto Samantha Zucchi/Insidefoto/Image nella foto: Matteo Salvini

Coronavirus, boss mafiosi scarcerati e trasferiti ai domiciliari?

L’Espresso fa i nomi di Francesco Bontura, boss di Cosa Nostra, e di Vincenzino Iannazzo, esponente della ‘ndrangheta. Questi due, secondo quanto riferito dal settimanale, sarebbero stati trasferiti agli arresti domiciliari per l’emergenza coronavirus.

Il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria smentisce la notizia emersa in queste ore, ma la smentita non spegne le polemiche.

Fonte foto: https://www.facebook.com/corpopoliziapenitenziaria/

Matteo Salvini, “Stanno uscendo pericolosi mafiosi, una vergogna nazionale”

Stanno uscendo pericolosi mafiosi. E’ una vergogna nazionale, attacca il leader della Lega Matteo Salvini. “E’ un insulto alle vittime dei caduti della mafia. La pazienza è esaurita. Io non ci sto“.

Ance il Partito democratico chiede spiegazioni alle autorità competenti e o fa con una nota del responsabile Giustizia Walter Verini e del capogruppo Pd in Commissione Antimafia Franco Mirabelli.

I provvedimenti di scarcerazione per motivi di salute di qualche detenuto per gravissimi reati di mafia, decisi dalla magistratura di sorveglianza, generano giusta preoccupazione e amarezza, soprattutto tra le vittime delle mafie. Per questo occorre fare subito chiarezza. Chiediamo una immediata convocazione della Commissione Antimafia. Chiediamo che siano verificate le ragioni dei provvedimenti, la effettiva incompatibilità delle condizioni di salute con la situazione carceraria, i rischi sanitari per altri detenuti e per la polizia penitenziaria”.

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