In estate, il rischio di intossicazione da botulino aumenta: l’esperta spiega il motivo, come prevenirlo e quali alimenti evitare.
Il West Nile non è l’unico problema di questa estate 2025 ma nelle ultime settimane, due gravi episodi di intossicazione da botulino si sono verificati in Sardegna e in Calabria, causando un decesso in ciascuna regione. Secondo Patrizia Laurenti, direttore dell’Unità operativa complessa di Igiene ospedaliera del Policlinico Gemelli e professore associato alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, “il botulismo non conosce stagionalità. Tuttavia, con il caldo aumentano i rischi“. Ecco, a seguire, tutto quello che c’è da sapere.

Botulino, perché il caldo aumenta i rischi di intossicazione
Patrizia Laurenti, all’Adnkronos Salute, spiega che ” le alte temperature estive, l’assenza di ossigeno nelle conserve vegetali, tra cui le melanzane e i funghi sotto olio e sotto aceto, e il ph superiore a 4.5 possono favorire la germinazione della spora del botulino e la sua attivazione“.
La tossina prodotta è molto pericolosa perché “agisce sul sistema nervoso centrale“. I primi sintomi colpiscono i nervi cranici: disturbi visivi, difficoltà nel linguaggio, eccessiva salivazione e problemi nella deglutizione. Nei casi più gravi, il botulismo compromette i “muscoli respiratori fino a paralizzarli“.
L’esperta raccomanda particolare attenzione alle conserve fatte in casa, comprese preparazioni come il pesto. “Anche il pesto fatto in casa se non lo si consuma nell’immediato va congelato” avverte. Le conserve vegetali preparate artigianalmente, se non correttamente trattate e conservate, possono essere un pericolo per la salute.
Le misure per prevenire l’intossicazione
Secondo Patrizia Laurenti, aggiunge all’Adnkronos Salute, il fenomeno può essere prevenuto adottando alcune precauzioni. Le conserve vegetali devono essere conservate “in cantina o comunque in ambienti freschi e acidificandole“. Alcuni alimenti, come le passate di pomodoro e le marmellate, sono invece sempre sicuri grazie alle loro caratteristiche. “Ovviamente non bisogna consumare cibi di cui non si conoscono origine e modalità di preparazione e conservazione“, conclude l’esperta.