Buoni pasto, cambia tutto nel 2025: ecco le nuove regole

Buoni pasto, cambia tutto nel 2025: ecco le nuove regole

Dal 2025 nuove regole per i buoni pasto: tetto del 5% alle commissioni anche nel privato. Ecco cosa cambia.

La recente approvazione in Commissione Attività Produttive di un emendamento al ddl Concorrenza segna un’importante cambiamento per il sistema dei buoni pasto in Italia.

La misura introduce un tetto massimo del 5% alle commissioni applicate dai gestori dei ticket agli esercenti. Dunque, allineando il settore privato a quanto già avviene nel pubblico. Ecco cosa cambia.

Cosa prevede il nuovo emendamento sui buoni pasto in Italia

Come riportato da Today.it, la principale novità del nuovo emendamento firmato da Silvio Giovine (esponente di Fratelli d’Italia) è l’introduzione di un limite alle commissioni applicabili dagli emettitori di buoni pasto agli esercenti.

Questo tetto, fissato al 5%, sarà operativo a partire dal 1° gennaio 2025 per i nuovi contratti stipulati tra esercenti e gestori. Tuttavia, per i ticket già in circolazione, il provvedimento prevede un periodo transitorio: fino al 31 agosto 2025.

A partire dal primo settembre 2025, invece, le nuove regole si applicheranno a tutti i buoni in circolazione. “Si tratta  di un passaggio che sancisce finalmente un principio di equilibrio nel mercato“, ha affermato Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione.

I vantaggi per esercenti e consumatori

La riforma, aggiunge Today.it, è stata accolta positivamente da diverse associazioni di categoria. Secondo Giancarlo Banchieri, presidente di Fiepet Confesercenti, il tetto alle commissioni rappresenta un “passo avanti nella giusta direzione“.

Con questo intervento il sistema dei ticket è più equo e sostenibile per tutti gli operatori“, ha sottolineato Banchieri. Anche Ernesto Dalle Rive, presidente di Ancc-Coop, ha evidenziato i benefici per i consumatori.

Un principio paritetico su uno strumento identico e ci avvicina alla media europea (…) Rammarico per l’eccessiva dilazione dei tempi che mal si concilia con le istanze delle imprese distributive“, conclude il presidente Ancc-Coop.