Il manager del centrocampista rossonero non ci sta e passa all’attacco: “In Italia non c’è la volontà di affrontare il problema”.
I buu razzisti a Kessié hanno macchiato la bella partita tra Verona e Milan. Il manager del giocatore, l’agente George Atangana, ha esternato tutta la sua rabbia e il suo dispiacere per l’accaduto ai microfoni di repubblica.it: “Come ha reagito Franck? I calciatori africani hanno le spalle larghe, ormai non ci fanno caso più di tanto. Ciò non significa che questi episodi non li feriscano. E che la deriva vada assolutamente fermata. Anche le parole sono importanti”.
Il rappresentante del centrocampista rossonero non ha gradito il comunicato del Verona, che ha provato a difendere il pubblico gialloblù negando di fatto l’evidenza: “L’ho trovato inaccettabile, vergognoso. Smentisce i fatti e conferma la tendenza a considerare normale ciò che non lo è affatto. Non vedo alcuna vera volontà, in Italia, di affrontare e risolvere il problema, come invece accade in altri Paesi europei”.
“Lasciare il campo? Non credo che sia giusto investirli della soluzione di un problema per il quale ci sono organismi di controllo ad hoc – ha aggiunto il manager di Kessié – non mi pare che sia così difficile individuare i razzisti e punirli. In altri Paesi, lo ripeto, succede. Bisogna innanzitutto che gli organismi preposti non chiudano gli occhi e non si tappino le orecchie. Poi, se gli insulti vanno avanti, si sospendano le partite. Ma ho la sensazione che non ci sia la volontà di intervenire sul serio. Così ci sono giovani calciatori, vittime di razzismo, che preferiscono lasciare l’Italia. Sono le persone meno famose, come sempre, a subire le conseguenze più gravi di questo fenomeno”.
Verona-Milan, buu razzisti a Kessié: l’arbitro non li sente
Parole dure, quelle di George Atangana, ma assolutamente condivisili, alla luce dei continui episodi che ripetono domenica dopo domenica, da Nord a Sud. I buu razzisti sono ormai – purtroppo! – all’ordine del giorno nel nostro campionato.
“Le cose sono platealmente peggiorate. Ormai non esistono luoghi immuni dal razzismo e la mancata reazione a questi fatti fa sì che esca fuori il diavolo che è in ognuno di noi. Oltretutto è anche un danno per il movimento calcistico italiano, proprio nel periodo in cui qualche campione straniero è di nuovo attirato dal calcio italiano. Non credo che Cristiano Ronaldo sia contento se vede Matuidi insultato. Io conosco personalmente ragazzi francesi che non vogliono venire in Italia per via del razzismo”.
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